selezione farsa

Una sola prova scritta per reclutare 700 magistrati. La pazza idea del governo

Ermes Antonucci

Per rimpinguare l’organico della magistratura, il ministro Nordio pensa a un concorso semplificato riservato alle toghe onorarie. Con il serio rischio di abbassare il livello di preparazione dei magistrati (peraltro già non così straordinario)

Come se non bastassero gli sfaceli della giustizia italiana e le continue figuracce delle toghe, il governo ha pensato bene di rimpinguare l’organico della magistratura attingendo tra le file dei magistrati onorari, con anche soltanto sei mesi di esperienza, e attraverso un concorso semplificato. Nella bozza del nuovo decreto sul Pnrr, che approderà nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri, si prevede infatti un concorso straordinario per circa 700 posti riservato ai magistrati onorari, cioè coloro che non sono entrati in magistratura tramite concorso (dal giudice di pace al viceprocuratore onorario) e ai quali sono affidate controversie civili e penali di minore importanza. Il concorso consisterebbe in una prova scritta, anziché tre, e nessuna prova orale. Per partecipare alla procedura basterà aver svolto le funzioni di magistrato onorario per almeno sei mesi. Inoltre, i vincitori sarebbero esentati dal tirocinio iniziale di 18 mesi, obbligatorio per tutti i magistrati reclutati con il normale concorso. Le toghe selezionate sarebbero poi destinate agli uffici giudiziari più in sofferenza. Tutto ciò “al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi Pnrr”. 

 

Usando una metafora, è come se la sanità vivesse una situazione di emergenza e, per coprire i vuoti di organico tra i medici, il governo decidesse di svolgere un concorso estremamente facilitato per selezionare nuovi medici tra neo-laureati con un’esperienza minima sul campo, per poi mandarli direttamente in corsia. I tempi di immissione dei nuovi medici sarebbero sicuramente inferiori a quelli previsti dai normali concorsi, ma probabilmente i cittadini si porrebbero seri interrogativi sulla qualità dell’offerta del servizio sanitario. Senza pensare alle migliaia di giovani laureati che per anni si preparano duramente per partecipare ai concorsi ordinari e poi si vedono scavalcare da concorsi straordinari semplificati, riservati a una piccola platea di privilegiati. 

 

Di fronte all’ipotesi avanzata dal governo, la magistratura ha alzato le barricate e stavolta appare difficile darle torto. “La proposta di un concorso semplificato e riservato ai soli magistrati onorari non pare compatibile con l’assetto costituzionale dell’accesso in magistratura e fa fondatamente temere che possa condurre alla mortificazione del momento concorsuale che è, da sempre, tassello essenziale per assicurare la necessaria legittimazione tecnico-professionale ai magistrati italiani”, ha affermato in una nota l’Associazione nazionale magistrati, chiedendo un incontro al ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’incontro si è tenuto ieri pomeriggio ed è durato circa un’ora. “Nei prossimi giorni il confronto proseguirà e la stessa Anm rifletterà sul tema anche in prospettiva propositiva”, hanno fatto sapere dal sindacato delle toghe al termine del vertice.

 

A conferma che non si tratta di una bocciatura di carattere corporativo, va sottolineato che anche l’Associazione nazionale forense (Anf) ha criticato l’ipotesi del concorso riservato ai magistrati onorari: “Fare concorsi smart, per assumere personale a funzioni limitate, ma che si inseriscono in un sistema in affanno e complesso non è la soluzione. Sull’altare del Pnrr non si può sacrificare la preparazione di chi è chiamato a svolgere attività di primario interesse costituzionale e democratico”, ha avvertito Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Anf.

 

L’iniziativa del ministero della Giustizia appare ancor più incomprensibile se si considera, come ricordato dalla corrente Magistratura indipendente, quella più moderata e vicina alle posizioni del governo, che “sono attualmente in atto tre procedure concorsuali che determineranno l’immissione in ruolo di 1.300 nuovi magistrati nel prossimo biennio”. Insomma, è vero che per portare a compimento i concorsi ordinari occorre troppo tempo (circa 4-5 anni), ma è altrettanto vero che tre di questi sono prossimi alla conclusione. 

 

Soprattutto, risulta paradossale pensare di risolvere il problema della lentezza dei concorsi realizzando concorsi straordinari che abbassano il livello di preparazione della magistratura. Peraltro già non così straordinario

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]