Qatargate, Panzeri rilasciato sotto condizioni

Redazione

L'ex parlamentare europeo al centro dello scandalo sulle presunte tangenti non potrà lasciare il Belgio né avere contatti con gli altri indagati. Il 17 gennaio ha patteggiato una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni

L’ex eurodeputato Antonio Panzeri, al centro del cosiddetto Qatargate, il presunto scandalo di corruzione che ha coinvolto il Parlamento europeo, è stato rilasciato sotto condizioni. Lo riferisce la procura federale del Belgio, precisando che non potrà lasciare il paese né avere contatti con gli altri indagati. Arrestato il 9 dicembre scorso, Panzeri si trovava ai domiciliari dal 6 aprile dopo quattro mesi passati in carcere. Il 17 gennaio aveva patteggiato con la giustizia belga una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni.

 

La notizia giunge a pochi giorni dalla decisione della Camera d’accusa del tribunale di Bruxelles di avviare una procedura di verifica delle indagini preliminari dell’inchiesta, condotte dal giudice istruttore Michel Claise. A chiedere e ottenere la verifica sono stati in particolare i legali dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, che contestano la violazione della sua immunità.

 

La tesi degli inquirenti è che il Qatar, insieme anche ad altri paesi esteri, abbia allestito una rete di corruzione che ha coinvolto politici, dirigenti e funzionari di Bruxelles. L’obiettivo sarebbe stato quello di ammorbidire le posizioni dell’Ue e indurre decisioni favorevoli da parte del Parlamento europeo nei confronti della monarchia del Golfo persico. 

 

L'inchiesta ha già prodotto effetti pesantissimi sulle istituzioni europee, nonostante le accuse siano ancora tutte da dimostrare. Kaili è stata destituita dalla sua carica di vicepresidente con un voto quasi unanime della plenaria per una “colpa grave” che nessuno ha dimostrato. L’iniziativa è stata presa dalla presidente Roberta Metsola, che si è lanciata in una campagna giustizialista con lo slogan “non c’è spazio per l’impunità”.