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Il Qatargate sta diventando il più grande scandalo di mala giustizia in Belgio

Redazione

La Camera d’accusa del tribunale di Bruxelles ha accettato di avviare una procedura di verifica delle indagini preliminari condotte dal giudice Claise. Cosi il presunto caso di corruzione al Parlamento europeo rischia di trasformarsi in un "Belgiumgate". Anche nell’Ue la democrazia muore se corrotta dal giustizialismo

"Non è più il Qatargate, ma il Belgiumgate!”. Questa è l’espressione che ha usato Sven Mary, uno degli avvocati dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, dopo che la Camera d’accusa del tribunale di Bruxelles ha accettato di avviare una procedura di verifica delle indagini preliminari dell’inchiesta sullo scandalo del Qatargate. Tradotto: ci sono sufficienti elementi per fare un “processo” per verificare la regolarità dell’operato della Procura federale belga, a cominciare dal giudice istruttore Michel Claise. Gli avvocati di Kaili contestano la violazione della sua immunità.

 

Gli avvocati dell’eurodeputato belga, Marc Tarabella, contestano l’accordo concluso da Claise con il “pentito” Antonio Panzeri. Questa decisione consentirà a tutti gli indagati di avere finalmente accesso a gran parte degli atti. Perquisizioni, sigilli e arresti spettacolo, carcere preventivo usato per strappare confessioni, atti secretati finiti sui giornali, dimissioni del giudice “sceriffo” per conflitto di interessi: il processo al metodo Claise durerà almeno fino a maggio, quando è stata fissata la prossima udienza davanti alla Camera d’accusa. Nel frattempo, anche chi è stato scagionato, rimarrà formalmente indagato perché, per gli arcani del sistema belga, occorre aspettare che la Procura chieda di andare a processo per uscire dall’incubo. Il più grande scandalo di presunta corruzione di sempre al Parlamento europeo si sta trasformando nel più grande scandalo di mala giustizia in Belgio, dove a un giudice convinto che la democrazia sia corrotta è stato permesso di gettare fango su tutta l’Ue. I danni in un’opinione pubblica sono irreparabili, così come lo sono per gli innocenti coinvolti. Il garantismo è una protezione non solo per gli indagati, ma anche per la democrazia: cedere alla tentazione popolare del giustizialismo, come ha fatto la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, destituendo Kaili da vicepresidente e lasciando mano libera a Claise, alla fine porta all’autodistruzione.
 

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