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Editoriali

Leghisti che fanno gli antifascisti a sproposito contro Salvini

Redazione

Fanno i resistenzialisti adesso che il segretario è debole, ma prima applaudivano: dall'alleanza con CasaPound alle citazioni riprese da Mussolini

Folgorati sulla via di Matteotti, diversi dirigenti della Lega negli ultimi giorni prendono le distanze dalla candidatura del generale Vannacci voluta da Matteo Salvini in quanto parafascista. Alcuni di loro addirittura, in occasione dell’appena concluso 25 aprile e in vista del prossimo primo maggio, si sono apertamente dichiarati antifascisti. Anti Vannacci e antifascisti. Ecco. Noi siamo certi della buona fede resistenziale di questi ex ministri della Lega, e non abbiamo alcun motivo di dubitarne. Per questo respingiamo le ironia di quanti in queste ore ci spiegano che le critiche a Vannacci sono in realtà critiche a Salvini che vengono fatte da dirigenti che il segretario della Lega ha fatto fuori. Tutta gente, dicono questi maligni, che si sta vendicando. E che utilizza a sproposito il fascismo, l’antifascismo e la Resistenza. Non siamo d’accordo con queste persone maliziose. Sia il senatore Centinaio, per esempio, sia l’ex ministro Garavaglia, sono antifascisti della prima ora. Ce li ricordiamo infatti bene quando protestavano, nel 2014, per l’alleanza elettorale siglata da Salvini con CasaPound. E nel 2018, ai tempi in cui Salvini era strapotente e attingeva al massimaro di Benito Mussolini, ci ricordiamo bene il loro sdegno partigiano. Erano i tempi in cui Salvini diceva frasi tipo “chi si ferma è perduto”. Oppure: “Tanti nemici tanto onore”.

Ce lo ricordiamo bene come Garavaglia minacciava di entrare in clandestinità quando Salvini sceglieva di fare i suoi comizi a Sabaudia di fronte a un edificio di architettura razionalista e fascista perché quel fondale gli sembrava scenograficamente adeguato alle sue ambizioni. Chi infatti non si ricorda Garavaglia, allora ministro salviniano del governo Conte I, quando protestava contro il suo leader che difendeva la necessità di ribattezzare il parco comunale di Latina col nome di “Arnaldo Mussolini”. Ecco. Ce lo ricordiamo il resistente Garavaglia. O forse no? Forse non ce lo ricordiamo. Forse invece stava zitto, quando Salvini era potentissimo, e si riscopre antifascista adesso che Salvini è debole.

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