“Parole inaccettabili per un magistrato”. Le reazioni al caso Morello

Ermes Antonucci

Leone, Zanettin, Piraino e Palamara commentano le dichiarazioni del giudice, candidato al rinnovo del Csm, che in un incontro elettorale ha definito "canaglia" la riforma Cartabia e Palamara "un pezzo di m...". Intanto, lui tace

Diverse le reazioni all’articolo pubblicato ieri dal Foglio sulle incredibili dichiarazioni espresse nel corso di un incontro elettorale dal giudice Tullio Morello, candidato per la corrente di sinistra Area al rinnovo del Consiglio superiore della magistratura previsto il 18 e 19 settembre ("Si preannunciano riforme più canaglia della riforma Cartabia”, “Palamara è stato un grandissimo pezzo di m..., puntini sospensivi”). “Non mi sembra che il giudice Morello con queste dichiarazioni abbia contribuito a migliorare il prestigio della intera magistratura”, dice al Foglio Antonio Leone, ex membro laico del Csm con l’incarico di presidente supplente della sezione disciplinare (oggi presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria). “In nessun paese al mondo – aggiunge Leone – è possibile che un giudice definisca una riforma del suo comparto votata dal Parlamento su proposta del ministro della Giustizia, per giunta ex presidente della Corte costituzionale, ‘riforma canaglia’. Questo purtroppo accade solo nel nostro paese da quando la magistratura ha invaso il campo della politica in barba alla separazione dei poteri”. “Anche le espressioni usate nei confronti dell'ex collega Palamara mi sembrano fuori luogo e irrispettose non solo di un ex magistrato, ma anche impronunziabili nei confronti di chiunque”, conclude Leone.

 

Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia, anch’egli ex membro laico del Csm, intravede nelle parole di Morello possibili estremi per l’apertura di un procedimento disciplinare: “La continenza verbale è uno dei principi ai quali un magistrato equilibrato deve aspirare. Non è pensabile che una toga si lasci andare a dichiarazioni di questo tipo. Un magistrato può legittimamente criticare una riforma, ma non può dire che una riforma è ‘canaglia’, né usare quei termini nei confronti di un ex collega”. “Anche se è in campagna elettorale per le elezioni del Csm – conclude Zanettin – il magistrato non è esente dal mantenere un canone di comportamento improntato sulla sobrietà e sul rispetto della regola della continenza”.

  

Decisamente sorpreso dalle parole di Morello si dichiara anche Angelo Piraino, segretario generale della corrente di Magistratura indipendente: “Fermo restando la libertà di opinione, noi abbiamo un dovere, che è quello della continenza, e forse in questo caso non è stato ben tenuto da conto”, dichiara al Foglio. “Chi aspira a diventare componente del Consiglio superiore della magistratura aspira a rappresentare tutta la magistratura e ad assumere un ruolo di grande responsabilità, ed è importante che sappia dosare le parole”. “Voi giornalisti lo sapete bene – aggiunge – la continenza è uno dei criteri che orienta anche la vostra responsabilità, e questo vale anche per noi. E’ un dovere che tutti quelli che hanno funzioni pubbliche o di rilevanza pubblica sono tenuti a rispettare”.

 

Detto ciò, Piraino evidenzia “una tendenza all’esasperazione dei toni” nel dibattito interno alla magistratura, “cosa che mi preoccupa molto”: “Ad esempio, i colleghi che sostengono con forza l’esigenza di spazzare via le correnti molto spesso hanno toni sprezzanti e al limite dell’offensivo nei confronti dei candidati espressione delle correnti”. “Le dichiarazioni di Morello, che non mi piacciono, perché ritengo abbia mancato il dovere di continenza, si innestano in un clima di campagna elettorale in cui c’è quasi una gara ad alzare i toni. Ed è una cosa a cui io e i candidati di Magistratura indipendente non vogliamo andare dietro: noi esprimiamo moderazione anche nei nostri modi, oltre che nei nostri contenuti”, conclude Piraino.

 

Da Yale, dove si trova per un evento di costituzionalisti, la Guardasigilli Marta Cartabia non rilascia commenti. Il primo a reagire è invece stato l’ex pm di Roma Luca Palamara, che in una nota ha fatto sapere: “Dopo aver visionato il video pubblicato sul sito del quotidiano il Foglio ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela nei confronti del dott. Tullio Morello. Grave per la democrazia che se nel passato il dott. Morello aveva appassionato il Tribunale di Napoli per le sue vicende sentimentali oggi come magistrato candidato al Csm per la corrente di Area, nel corso di una pubblica discussione con altri magistrati, utilizzi l'espressione 'pezzo di merda' per denigrare le mie posizioni sul tema della correntocrazia”. “La battaglia per riformare la giustizia continua ancor di più per liberare la magistratura dal gattopardismo strisciante dalla corrente di appartenenza del dott. Morello”, ha aggiunto Palamara.

 

Intanto Morello tace, proseguendo la sua campagna elettorale per il Csm come se nulla fosse accaduto.  

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