Il giudice di sorveglianza di Verona, da sempre tra i critici più feroci del sistema correntizio e sostenitore dell’impiego del sorteggio temperato per l’elezione del Consiglio superiore della magistratura, è stato sorteggiato come candidato al rinnovo dell’organo di governo autonomo delle toghe
Neanche il miglior sceneggiatore avrebbe potuto immaginare un colpo di scena più incredibile per le elezioni del prossimo Consiglio superiore della magistratura, previste il 18 e 19 settembre. Il magistrato Andrea Mirenda, giudice del tribunale di sorveglianza di Verona, da sempre tra i critici più feroci del sistema correntizio e della trasformazione del Csm in un poltronificio, nonché sostenitore dell’impiego del sorteggio temperato per l’elezione dei togati di Palazzo dei Marescialli, è stato sorteggiato dall’ufficio elettorale presso la corte di Cassazione come candidato al rinnovo dell’organo di governo autonomo delle toghe. Come previsto dal nuovo sistema elettorale voluto dalla ministra Cartabia, infatti, in caso di mancato raggiungimento di un numero minimo di candidati nei collegi, i candidati mancanti vengono selezioni tramite sorteggio. Il destino ha voluto che a essere sorteggiato fosse proprio Mirenda, il magistrato più antisistema di tutti. “Alcuni amici mi hanno scherzosamente scritto che ero stato sorteggiato tra le quota rosa – afferma Mirenda al Foglio ridendo – Battute a parte, sono rimasto sbalordito, perché il fatto che fra tutti i magistrati del nord Italia sia stato sorteggiato un magistrato come me, che da vent’anni si batte per il sorteggio, è davvero uno strano scherzo del destino”.
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