Alla Tropicale Amissa Bongo la caccia al Gorilla l'ha iniziata Bonifazio

Il grande favorito per il primo arrivo in volata della corsa gabonese era André Greipel. L'italiano però è riuscito a batterlo dopo uno sprint d'azzardo e d'anticipo

Giovanni Battistuzzi

Moanda è uno dei gorilla dello zoo di Blackpool, Regno unito. Tra tutti è il più socievole, quello che si presta meglio alle foto. Moanda si chiama così perché uno dei custodi, un veterinario specializzato nel sistema educativo dei grandi primati viene da Moanda, Gabon. Lehol è nato in Africa, si è formato in Francia, si è dottorato a Londra. Nel frattempo ha sempre pedalato. Mentre Lehol correva per Balckpool, verso Moanda correva la prima tappa della Tropicale Amissa Bongo. Qualche salitella, una lunga striscia d’asfalto tra boschi e savane, un sole che scaldava senza affannare, un arrivo che era perfetto per il Gorilla del ciclismo, quell’André Greipel che era sceso sino in Africa per ergersi a re delle volate e ben indirizzare la sua prima stagione con la sua nuova squadra, il Team Arkea-Samsic. Poteva non vincere il Gorilla nella città che dà il nome a un gorilla? Poteva. È successo. Perché Niccolò Bonifazio ha preso la testa e più non l’ha mollata, nonostante uno sprint lungo come una litania, nonostante il vento che aveva deciso di non favorire i coraggiosi. Primo, vittoria, maglia, chapeau.

 

È successo perché alla sua ruota è messo Lorrenzo Manzin, francese della Riunion. Terzo Greipel con qualche muso lungo nell’immediato e un sorriso esploso in volto a fine tappa. “Peccato per la corsa, ma tant’è. Qui è uno spettacolo”, ha detto a fine corsa.

 

A ruote ferme sorridevano pure Sirak Tesfom, nazionale eritrea, e Didier Munyaneza, nazionale ruandese, un giorno in fuga avanti a tutti a sognare l’impresa. E’ andata male, ma per poco. Resta l’incommensurabile felicità “di essere stati davanti a tutti. Poco male, ci riproveremo”, ha detto Sirak. Didier ha aggiunto: “Sì, certo, ma che fatica”.