europa ore 7

55 milioni di dosi esportate dall'Ue

I nuovi accordi con Pfizer-BioNTech e il principio di redistribuzione. Le preoccupazioni per la libertà di stampa in Polonia, Ungheria e Slovenia. I rendimenti dei bond Sure e i soccorsi ai treni in Italia

David Carretta

Dall'Europa i vaccini sono andati in tutto il mondo ma in cima alla lista dei beneficiari c'è proprio il Regno Unito di Boris Johnson che accusa Bruxelles di protezionismo vaccinale. Aumentano nel Parlamento europeo le voci di chi vorrebbe un uso più deciso del meccanismo di controllo delle esportazioni

L'Unione europea ha esportato oltre 55 milioni di dosi di vaccini nel resto del mondo, di cui 35 milioni dal mese a partire dal mese febbraio nei paesi a cui viene applicato il meccanismo di controllo delle esportazioni. E in cima alla classifica dei beneficiari chi c'è? Il Regno Unito di Boris Johnson, che accusa gli europei di protezionismo vaccinale, dopo la decisione dell'Italia di vietare l'esportazione di 250 mila dosi AstraZeneca verso l'Australia. Più di 9 milioni di dosi sono passate dal continente oltre Manica, secondo un documento presentato dalla Commissione agli ambasciatori dei 27 stati membri ieri. Sul Foglio abbiamo fornito tutti i dati sulle esportazioni dell'Ue dal mese di febbraio: 249 richieste di esportazione accettate, destinate a 31 paesi, per un totale di 34.090.287 dosi. Si tratta in gran parte di vaccini Pfizer-BioNtech. I dati presentati dalla Commissione non includono i paesi non coperti dal meccanismo di controllo delle esportazioni: quelli a basso o medio reddito di Covax, quelli del vicinato come i Balcani e Israele. A quanto ci è stato riferito, il numero complessivo di dosi prodotte nell'Ue e esportate in altri paesi supera i 55 milioni.

I dati dell'Ue non hanno calmato il conflitto diplomatico tra Londra e Bruxelles, dopo che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha accusato il Regno Unito di aver imposto un “divieto totale” delle esportazioni di vaccini. Il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, ha scritto una lettera per dire che è “totalmente falso” e ha fatto convocare il rappresentante dell'Ue a Londra. Il clima si sta surriscaldando anche a Bruxelles. Basta darci lezioni Raab e mostraci i dati sull'esportazione di vaccini in Europa o altrove”, ha risposto il presidente del gruppo del Ppe, Manfred Weber.

Dentro il Parlamento europeo sempre più voci si stanno alzando per un uso più deciso del meccanismo di controllo delle esportazioni, non solo nei confronti del Regno Unito ma anche degli Stati Uniti, che sono all'ottavo posto della classifica di dosi ricevute dall'Ue. Nel mirino ci sono due società farmaceutiche. La prima è AstraZeneca che ha consegnato poco più di 10 milioni di dosi contro le 40 milioni promesse entro marzo. Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ieri ha detto che l'ipotesi di una causa in tribunale non è stata abbandonata definitivamente. La seconda è Johnson & Johnson, il cui vaccino dovrebbe essere approvato oggi dall'Agenzia europea dei medicinali (Ema), ma che avrebbe anticipato all'Ue problemi nelle forniture.

Tutto in ordine, anzi meglio del previsto, con Pfizer-BioNTech. La Commissione ieri ha annunciato un accordo con questa società farmaceutica per la fornitura di 4 milioni di dosi addizionali che saranno consegnate entro fine marzo. Per l'Italia significa 532 mila dosi aggiuntive nella seconda metà del mese, hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi. La consegna di un maggior numero di dosi a marzo è il risultato dell'espansione della capacità produttiva di Pfizer-BioNTech in Europa che si è conclusa a metà febbraio causando qualche ritardo nelle consegne di gennaio (l'ex governo di Giuseppe Conte aveva minacciato di portare la società in tribunale). La Commissione vorrebbe che le dosi aggiuntive fossero utilizzate soprattutto nei focolai. “L'uso mirato di queste dosi nelle zone in cui sono più necessarie, in particolare nelle regioni frontaliere, contribuirà anche a garantire o ripristinare la libera circolazione delle merci e delle persone. Queste dosi sono essenziali per il funzionamento dei sistemi sanitari e del mercato unico”, ha detto Ursula von der Leyen.

Nel frattempo alcuni stati membri si sono accorti che in altri paesi ci sono milioni di dosi inutilizzate nei frigoriferi e vorrebbero modificare il criterio di ridistribuzione pro rata basato sulla popolazione. I ministri della Sanità di Lituania, Lettonia ed Estonia hanno scritto a von der Leyen per chiedere di instaurare un "meccanismo per le circostanze eccezionali che permetta di giustificare eccezioni alla distribuzione pro rata" dei vaccini. L'obiettivo è far arrivare più dosi ai paesi che ne hanno urgentemente bisogno per la situazione epidemiologica. Ma non solo. "E' importante considerare come migliorare l'efficienza dei nostri sforzi di vaccinazione". Il meccanismo di ridistribuzione dovrebbe essere usato per "surplus di vaccini consegnati non utilizzati" negli stati membri, hanno detto i Baltici. "Se sosteniamo il principio generale della distribuzione pro rata, crediamo che la creazione di un meccanismo trasparente per una ridistribuzione temporanea delle forniture tenendo conto della situazione straordinaria e l'uso attuale dei vaccini ci permetterebbe di usare in modo più efficiente i vaccini prodotti e consegnati a livello di Ue", hanno spiegato i Baltici.


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 11 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Quanto è dura convivere con gli inglesi dopo la Brexit - Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini, saltando dai Windsor alla Brexit, spiegano quali sono i problemi di questa convivenza tra europei e inglesi, e magari le possibili soluzioni.

 

Firmata la Conferenza sul futuro dell'Europa - In una cerimonia ieri David Sassoli, Ursula von der Leyen e Antonio Costa hanno firmato la dichiarazione congiunta di Parlamento europeo, Commissione e Consiglio per lanciare la Conferenza sul futuro dell'Europa. “Finalmente si parte”, ha detto Sassoli, indicando la data del 9 maggio per l'avvio della Conferenza. “Questa conferenza vuole essere un nuovo forum di dibattito in cui i cittadini europei avranno un posto speciale”, ha detto Sassoli.“Questa non può essere una Conferenza delle istituzioni e che riguarda solo le istituzioni. Deve essere una Conferenza dei cittadini europei su cosa vogliono e come vogliono organizzare il futuro dell'Ue”, ha spiegato Costa. Questa Conferenza sul futuro dell'Europa non è un'altra conferenza per quella che alcuni chiamano la bolla di Bruxelles”, ha detto von der Leyen: “Oggi vogliamo sentire qual è l'Europa che sognano i nostri cittadini”.

 

Una Conferenza sul futuro del trattato? - La grande battaglia dei prossimi mesi alla Conferenza sul futuro dell'Europa si giocherà sull'ipotesi di modificare il trattato. Nei loro discorsi ieri i leader delle istituzioni dell'Ue hanno espresso tre visioni diverse. Sassoli è a favore. “E' essenziale dare all'Europa gli strumenti giusti”, ha detto il presidente del Parlamento: “La Conferenza dovrà essere un momento di riflessione per trarre lezioni da questa crisi ma anche rafforzare la nostra democrazia”, dotando l'Ue “dei mezzi per essere più efficace, più democratica, più flessibile, più resiliente. Secondo Sassoli, devono esserci “cambiamenti legislativi, cambiamenti dei trattati se questo è desiderato e auspicato”. Costa, che da presidente di turno del Consiglio rappresenta i governi, è sembrato personalmente favorevole, senza poterlo dire esplicitamente per la contrarietà di una maggioranza dei governi. La Conferenza deve “discutere senza tabù in modo diretto e aperto sulle diversità delle nostre visioni”, ha detto il premier portoghese. Von der Leyen è invece ostile a aprire il cantiere del trattato. “Per avere successo questa conferenza deve raggiungere la maggioranza silenziosa” compresi “quelli che hanno dubbi che creare un'Unione sempre più stretta sia la strada giusta da prendere”, ha detto von der Leyen.

 

La libertà di stampa in Polonia, Ungheria, Slovenia preoccupa il Pe - Una maggioranza di deputati europei ieri ha espresso gravi preoccupazioni per la libertà di stampa in Polonia, Ungheria e Slovenia, dopo che i governi di questi paesi si sono mossi per prendere il controllo dei media. Secondo i principali gruppi, i media liberi e indipendenti sono vitali per le società democratiche e vanno difesi. Nel suo intervento in plenaria, la vicepresidente della Commissione, Vera Jurova, ha risposto che “in democrazia i media indipendenti devono poter fare il loro lavoro senza temere per la propria incolumità. Il nostro lavoro in quanto politici è rispettarli, non attaccarli”. Jourova ha citato come casi “preoccupanti”, la chiusura di Klubradio in Ungheria, la legge sulla pubblicità in Polonia e gli attacchi contro i giornalisti in Slovenia. “I leader forti sono quelli che ottengono rispetto attraverso la loro azione, che accettano la diversità di opinioni e che permettono ai cittadini di essere debitamente informati, non quelli che vogliono mettere il silenziatore alle voci critiche”, ha detto Jourova.

 

Il M5s punta al gruppo dei Socialisti & Democratici - “Abbiamo già pubblicamente espresso la direzione prioritaria che desideriamo intraprendere”, hanno detto Tiziana Beghin e Fabio Massimo Castaldo, dopo che ieri abbiamo dato conto delle discussioni su un possibile ingresso del M5s nei liberali di Renew. La direzione prioritaria è il gruppo dei Socialisti & Democratici. “Il M5s al Parlamento europeo ha fatto una chiara e forte scelta di campo testimoniata dalle nostre battaglie per un'Europa più verde, solidale ed equa. Su questi temi registriamo una convergenza positiva al Parlamento europeo con il gruppo dei Socialisti & Democratici, testimoniata da una crescente e robusta affinità nelle scelte di voto”, hanno spiegato Beghin e Castaldo. “Il campo e il faro della nostra azione politica è quello dell'esperienza del Governo Conte 2 (...). Nel perseguire questa prospettiva rispetteremo, dunque, le modalità e le tempistiche per il rafforzamento di questo asse per il futuro dell'Europa che verranno concordate con i colleghi del Pd”, hanno spiegato Beghin e Castaldo. Ma “se dovessero arrivare proposte ufficiali da altri gruppi politici, coerenti con la nostra impostazione europeista, ne prenderemo atto e, come correttezza dei rapporti ed educazione vuole, ci confronteremo con loro”, hanno aggiunto Beghin e Castaldo. Fonti grilline ci hanno spiegato che sarebbe una parte di Renew a insistere per trascinarli dentro al gruppo liberale.

 

Il M5s perde un altro pezzo al Parlamento europeo - Nel frattempo però il M5s ha perso un altro pezzo e, paradossalmente, a favore di Renew. Come spieghiamo sul Foglio il gruppo liberale ieri ha accettato quasi all'unanimità l'ingresso a titolo individuale di Marco Zullo, arrivato al Parlamento europeo già con la prima ondata grillina del 2014 e primo degli eletti nella circoscrizione nord-est nel 2019, ha chiesto di aderire al gruppo dei liberali di Renew, che ha dato il suo parere favorevole. La delegazione del M5s, che rimane senza gruppo nel limbo dei non-iscritti, scende da 10 a 9 deputati. Con la partenza a dicembre di Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Rosa D'Amato nei Verdi e ora di Marco Zullo in Renew, più di un terzo dei 14 eletti grillini alle ultime elezioni europee se ne è andato.

 

La Commissione dà l'ok al soccorso ai treni in Italia - La Commissione ieri ha approvato un sostegno di 511 milioni di euro concesso dall'Italia per indennizzare i fornitori di servizi commerciali di trasporto ferroviario di passeggeri a lunga percorrenza per i danni subiti tra l'8 marzo e il 30 giugno 2020 a causa della pandemia di coronavirus. "La concorrenza nel segmento dell'alta velocità in Italia è stata fondamentale per lo sviluppo di servizi caratterizzati da maggiori capacità, frequenze e collegamenti ed ha permesso di ottenere prezzi più bassi e migliore qualità per i consumatori", ha detto la vicepresidente Margrethe Vestager: "Questa misura di aiuto di 511 milioni di € consentirà all'Italia di sostenere gli operatori del trasporto ferroviario di passeggeri a lunga percorrenza su linee commerciali in questo periodo difficile, risarcendoli dei danni subiti a causa delle misure di emergenza adottate dall'Italia durante la prima ondata della pandemia".

 

Salgono i rendimenti dei bond Sure - Malgrado una forte domanda, i rendimenti sui social bond del programma Sure, lanciato dalla Commissione per finanziare i meccanismi come la cassa integrazione, stanno salendo in linea con i tassi degli altri titoli sul debito sovrano. Ieri la Commissione ha annunciato di aver collocato una trance di 9 miliardi di bond Sure con scadenza quindicinale. La domanda è stata quasi 10 volte l'offerta. Il rendimento è stato dello 0,228%. Il precedente collocamento di bond Sure quindicinale, avvenuto in novembre per 8,5 miliardi, aveva registrato un rendimento negativo di -0,102%.

 

EuroNomine - Nella riunione del collegio di mercoledì, la Commissione ha proceduto a una serie di nomine ai vertici della sua amministrazione. Il belga Stefaan De Rynck, ex consigliere di Michel Barnier sulla Brexit, guiderà la rappresentanza della Commissione in Belgio. La greca Niovi Ringou andrà a dirigere la rappresentanza di Atene. Il portoghese Mario Campolargo è stato nominato direttore generale della Direzione generale (Dg) Informatica, con l'austriaca Elisabeth Werner come vice. La spagnola Elena Flores Gual sarà vice-direttrice generale alla Dg Economia e Finanza. La finlandese Marja Hennessy prenderà il posto di direttore per le traduzioni nella Dg per le Traduzioni. La britannica Michelle Sutton sarà a capo dei servizi di audit interno.

 


Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattito sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, sui piani nazionali di ripresa e resilienza, sull'assassinio dell'ambasciatore Attanasio in Repubblica democratica del Congo e sui processi contro l'opposizione in Cambogia)

- Bce: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine del Consiglio dei governatori

- Bce: previsioni macroeconomiche per l'area euro

- Consiglio: riunione dei ministri della Giustizia

- Eurostat: dati su riscaldamento e condizionatori nel 2019

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