la trattativa
Israele non può più aspettare i "no" di Hamas
Durante un incontro con i funzionari egiziani, gli israeliani hanno detto che questa è l'ultima occasione: o i terroristi negoziano un accordo serio per liberare gli ostaggi e il cessate il fuoco o inizierà l'operazione contro Rafah
Lo sferragliare dei carri armati israeliani si dirige verso il valico di Rafah, è il suono del conto alla rovescia: o Hamas accetta un accordo o l’operazione per eliminare gli ultimi quattro battaglioni del gruppo di terroristi nella città a sud della Striscia partirà. Ieri una delegazione egiziana è andata in Israele e le parole dei funzionari di Gerusalemme sono state chiare, semplici, essenziali, questa è l’ultima occasione per trattare sugli ostaggi, se non ci saranno progressi, si procede. L’Egitto sa che i preparativi per Rafah sono seri e non si è opposto al fatto che il possibile nuovo giro di colloqui sia a scadenza: o l’accordo o Rafah.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.