L'editoriale dell'elefantino
E' una strana bestia lo studente pro Hamas: facile da giudicare, meno facile da comprendere
Chi sostiene il terrorismo islamista sta dalla parte sbagliata della storia. Ma, ancor più preoccupante, odia la cultura in cui è immerso e si detesta. Cosa molto diversa da noi sessantottini, che amavamo il nostro mondo e volevamo entrarci senza tante storie
Lo studente pro Hamas è una strana bestia. Giudicarlo è facile, che sia un torinese o un newyorchese, che sia un giovane comune dei nostri o un ricco frequentatore delle rette impossibili delle università americane, forte della solidarietà delle celebrities come la sciocca Susan Sarandon e di qualche ebreo ricco e disinteressato al destino di Israele. Sta con i predoni e gli stupratori e i rapitori del 7 ottobre. Sta con i costruttori di tunnel, nuovi bunker hitleriani per organizzare lo sterminio degli ebrei. Con quelli che hanno bombardato Israele per quindici anni, mentre sottomettevano con violenza anche solo la parvenza delle donne di Gaza, cercavano di educare alla barbarie nazional-islamista i bambini di cui poi si faranno scudo ammazzandoli per ottenere vantaggi promozionali nel mondo occidentale, uccidevano gli omosessuali alla stregua delle spie, invadevano ospedali e moschee e scuole in attesa di usarle per la guerra contro la “rappresaglia” che poi è una azione popolare e nazionale ebraica di autodifesa. Non so la storia, che interessa fino a un certo punto chi l’abbia sperimentata con stupore e orrore perfino in questi lunghi anni di relativa pace e di riduzione della povertà mondiale, non so se stia, lo studente pro Hamas, dalla parte sbagliata della storia, come i fascisti repubblichini sconfitti dagli angloamericani, dalla brigata ebraica, dai partigiani il 25 aprile del 1945. Sta semplicemente dalla parte sbagliata, per ragioni sbagliate, con conseguenze nefaste, ma sia detto senza enfasi retorica.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.