La caduta della città di Myawaddy, il più importante centro di confine in Birmania, ha segnato una svolta nella guerra civile. Dalla settimana scorsa moltissimi profughi aspettano sotto il ponte che collega le due sponde tra Thailandia e Myanmar. Un reportage
"Voglio vederli in faccia. Sto aspettano di vederli in faccia", dice Ramona. Aspetta sotto il secondo ponte “dell’amicizia”, il più grande dei due che collegano la città birmana di Myawaddy e quella thailandese di Mae Sot, sovrastando il fiume Moei, che segna il confine tra gli stati. Ramona – il suo, come d’uso in questi paesi dai nomi impronunciabili, è un nomignolo – è seduta su una delle grandi pietre di un cantiere sulla riva thailandese. Accanto a lei altre ragazze si scambiano messaggi a voce con i ragazzi sulla sponda opposta. E' il modo più rapido e semplice di passarsi informazioni. Poco oltre, una nube di fumo nero indica la stazione degli autobus, vicino al quartier generale del Battaglione 275 di Tatmadaw, l’esercito birmano. Stando alle voci sul fiume, vi sono intrappolati circa 200 uomini.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE