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Il vertice a Berlino

Macron spiega a Scholz (e ai francesi) cosa vuole fare con Tusk per Kyiv

David Carretta

Il presidente francese ha in programma un’intervista in cui spiegherà la sua strategia in Ucraina. Proprio su questo tema c’è stato uno degli scontri più accesi con il cancelliere tedesco. Ma "se Francia e Germania spingono in direzioni diverse, l'Ue non può funzionare"

Bruxelles. Il triangolo di Weimar riuscirà a ricucire la rottura franco-tedesca? Dall’inizio dell’anno Emmanuel Macron e Olaf Scholz non si capiscono più sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, compromettendo la capacità dell’Unione europea di inviare un messaggio di determinazione e deterrenza. Francia e Germania hanno visioni diverse su come esprimere il sostegno a Kyiv.

Questa sera il presidente francese ha in programma un’intervista su Tf1 che serve a spiegare la sua strategia in Ucraina, soprattutto dopo i brusii che si sono sentiti all’Assemblea nazionale durante il voto sugli aiuti a Kyiv, e in particolare il dispiegamento di personale militare nel paese, a sostegno della forniture delle armi – sono i consiglieri militari che lavorano con i soldati ucraini. Proprio su questo tema c’è stato uno degli scontri più accesi con Scholz, il quale ha giustificato il suo non voler inviare i sistemi missilistici Taurus con il fatto di non voler mandare il personale militare tedesco che sarebbe necessario per la gestione di queste armi: “Come fanno gli inglesi”, ha detto il cancelliere tedesco, scatenando la reazione piccata di Londra. 

“Il problema è che l’Ue non può funzionare se Francia e Germania spingono in direzioni diverse”, dice al Foglio un funzionario europeo, secondo il quale la contrapposizione “non è positiva”. Il presidente francese vuole mantenere l’ambiguità strategica, non rivelare i limiti dell’impegno europeo, fare in modo che Vladimir Putin abbia dubbi. Almeno a parole, Macron dice di voler fare “tutto quanto è necessario”, anche se poi è molto indietro rispetto alla Germania. Qualche tabù francese, come la preferenza comunitaria per gli acquisti di armamenti, è stato fatto cadere. Il cancelliere tedesco non vuole alcuna ambiguità, fissa linee rosse per sé stesso e gli altri, dando a Putin un chiaro vantaggio sui limiti strategici invalicabili. Nei fatti la Germania è il secondo fornitore di aiuti finanziari e militari al mondo dopo gli Stati Uniti, ma l’obiettivo è sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. Alcuni tabù tedeschi non cadono, come l’invio di armi come i missili di lunga gittata Taurus o il coinvolgimento di soldati per assistere l’esercito ucraino. Macron ora dice che la Russia deve perdere. Scholz insiste che la Russia non deve vincere. 

Le valutazioni della minaccia rappresentata da Putin e come rispondere divergono. E qui arriva il triangolo di Weimar. Domani Macron e Scholz cercheranno di appianare le loro divergenze in un incontro bilaterale a Berlino. Subito dopo si unirà a loro il primo ministro polacco, Donald Tusk, per un incontro a tre nel formato di Weimar. Come rivelato da Politico Europe, Scholz vuole mandare un messaggio di unità dopo il caos delle ultime settimane. Il triangolo è formato da Germania, Francia e Polonia e il compito di Tusk deve convincere Scholz a sostenere una “Zeitenwende” europea. E deve convincere Macron a far seguire alle parole i fatti.

La “Zeitenwende” è la svolta epocale annunciata da Scholz all’indomani dell’invasione russa, ma la sua portata è limitata alla Germania. Altri paesi si sono lanciati in una “Zeitenwende” del loro pensiero strategico. Macron ha riconosciuto  di essersi sbagliato a non ascoltare gli avvertimenti dei paesi dell’est su Putin e ha rinnegato le sue scelte di inizio guerra per “non umiliare” la Russia. La Polonia, i Paesi baltici e nordici, e la Repubblica ceca hanno compreso che non possono più fare affidamento solo sull’ombrello di sicurezza americano e hanno accettato la visione di Macron sull’autonomia strategica dell’Ue nella difesa. Per l’Ucraina la “Zeitenwende” di Scholz si è concretizzata in molto aiuto bilaterale, ma il cancelliere non accetta ancora un salto di qualità a livello di Ue o di Nato. Il rifiuto di scambiare con il Regno Unito Taurus con missili Storm Shadow ne è la dimostrazione. La leadership esitante del cancelliere ha conseguenze sulla capacità dell’Ue di agire. La riforma della European Peace Facility, con la creazione di un fondo speciale da 5 miliardi nel 2024 per le forniture di armi all’Ucraina, è stata approvata ieri. Ma ci sono voluti due mesi di negoziati, perché la Germania ha insistito per ottenere uno sconto dal suo contributo finanziario (circa 1,25 miliardi) in base agli aiuti bilaterali. La Francia alla fine ha rinunciato al principio assoluto del “Buy european” per gli acquisti di armi e munizioni. Ma i 5 miliardi della European Peace Facility non sono sufficienti. Nel momento in cui gli aiuti degli Stati Uniti sono bloccati non ci sarebbe messaggio peggiore di un’Ue divisa. Lo stallo al Congresso provoca una “situazione difficile”, ha detto ieri Tusk a Washington. “Ci sarà sempre più attenzione per il triangolo Parigi, Berlino e Varsavia”. Secondo Tusk, “queste tre capitali hanno il compito e la forza di mobilitare tutta l’Europa”. Resta da convincere Scholz.