Bassem Eid - foto da Getty Images

Dopo il 7 ottobre

I Palestinesi moderati che le nostre università boicottano

Giulio Meotti

Bassem Eid è considerata una "persona non grata" in molte università del mondo. Il motivo? Denuncia Hamas come la "Corea del nord del Mediterraneo che ha deviato tutte le sue risorse alla guerra"

L’Università di Pisa inaugura il 680esimo anno accademico e il rettore Riccardo Zucchi invita a parlare, durante la cerimonia, Anas Khalil, laureando italo-palestinese, che ha detto: “Siamo di fronte a un genocidio in potenza. Non siamo antisemiti, rivendichiamo un convinto antisionismo”.  Dopo il leader del boicottaggio d’Israele Omar Barghouti invitato all’Alma Mater di Bologna e la Statale di Milano dove arringa Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i diritti umani nei territori palestinesi, alla quale Israele ha vietato l’ingresso per via di più di un attacco contro lo stato ebraico, sembra che le università italiane non conoscano neanche un palestinese moderato che critica Hamas e vuole la pace con Israele (non la “pace dell’obitorio” del 7 ottobre). Un palestinese così per la verità c’è, ma in Italia non è mai stato invitato. All’università di Londra un suo intervento è stato cancellato per “motivi di sicurezza”. Ora in Canada, all’Università di Manitoba, Bassem Eid è dichiarato “persona non grata” nel campus, accusato di “islamofobia” e anche il gruppo studentesco filo-israeliano dell’università che lo ha invitato è stato sospeso.

 

 

Quando si tratta di ideologia, i musulmani sono ciechi”, ha detto Eid, che ha anche affermato che l’ideologia dei musulmani è “un grosso problema” e che non sono pronti al cambiamento. Eid è stato bandito da tutti gli spazi dei campus del sindacato studentesco “con effetto immediato” e il sindacato sta anche lavorando perché l’università lo escluda in futuro. Un suo discorso programmato alla Northwestern University, negli Stati Uniti, è stato costretto a spostare la sede a causa di problemi di sicurezza, prima di essere cancellato del tutto quando militanti filo palestinesi lo hanno interrotto (come a Chicago). Eid è stato insultato da un partecipante, che ha detto in arabo: “Bassam, non osare più parlare di noi palestinesi. Hai svergognato il nostro Dio... ci hai svergognato, ci hai disonorato, sei un traditore, sei peggio degli ebrei”.  È stato Eid a mettere “sulla mappa” l’organizzazione per i diritti umani B’Tselem. Eid è uno dei primi giornalisti palestinesi liberi che lavorava come freelance o stringer. Oggi Eid è critico dell’Autorità Palestinese e di Hamas e non va bene, come la sua denuncia del movimento di boicottaggio d’Israele. “Il caos e la disperazione che hanno portato a questa tragedia (Gaza) sono il risultato diretto del governo di Hamas, che dà priorità alla violenza e all’uccisione degli ebrei rispetto al benessere della sua popolazione” scrive Eid questa settimana su Newsweek. “Hamas, come una Corea del Nord mediterranea, ha deviato tutte le sue risorse alla guerra. Come attivista per i diritti umani e come essere umano, riconosco che è una sfida a tutte le regole della geopolitica, della moralità e della natura umana suggerire che Israele non risponda militarmente per smantellare Hamas e salvare il suo popolo, stuprato e torturato psicologicamente in cattività”.
 

Nessuno ha ripreso la blogger araba Hoda Jannat, che su Gaza ha appena scritto: “Improvvisamente abbiamo scoperto che Gaza riceveva acqua, elettricità, gas e carburante gratuitamente da Israele, che Gaza riceveva 30 milioni di dollari al mese solo dal Qatar, che Gaza non era assediata e vi entravano tutte le merci, che le scuole, gli ospedali e le moschee di Gaza sono quartier generali organizzati del terrorismo, che a Gaza esiste una ‘metropolitana’ sotterranea di Hamas che si estende per 500 km, che i presunti medici e insegnanti di Gaza si sono rivelati attivi terroristi di Hamas, che non c’è alcun assedio israeliano su Gaza perché confina ancora con la sua sorella musulmana, l’Egitto, che quelli che vengono chiamati ‘lavoratori delle organizzazioni internazionali per i diritti umani’ delle Nazioni Unite si sono rivelati terroristi”.
 

Dopo l’ineffabile Moni Ovadia, alla Statale chiamino Yasmine Mohammed, che alla Cnn dice di “odiare Hamas” e ha scritto “Unveiled”. Sottotitolo: come i liberal occidentali rafforzano l’islam radicale. Almeno per dimostrare che la Statale è libera e non occupata.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.