Una protesta per mostrare le violenze di Hamas contro le donne negli attentati del 7 ottobre - foto via Getty Images

Dalle nazioni unite

Il rapporto Onu che conferma le violenze di Hamas contro le donne

Giulio Meotti

Dopo 150 giorni di silenzi e depistaggi le Nazioni Unite confermano "il catalogo degli orrori" nei confronti delle donne israeliane: "Mutilazione genitale, tortura sessualizzata e trattamenti crudeli, inumani e degradanti" 

Presentando il suo rapporto presso la sede delle Nazioni Unite a New York, Pramila Patten, Rappresentante delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti, ha affermato che esistono “prove chiare e convincenti sul fatto che la violenza sessuale, compreso lo stupro, la tortura sessualizzata, le pratiche crudeli, disumane e degradanti trattamento” è stata commessa contro gli israeliani il 7 ottobre e anche ora agli ostaggi nelle mani di Hamas. “La missione è stata difficile in termini di ciò che abbiamo sentito e dei dettagli”, ha detto Patten. “Abbiamo visto un catalogo delle forme più estreme e disumane di tortura e altri orrori”.
 

Dopo 150 giorni di silenzi e depistaggi, per Israele arriva la conferma delle Nazioni Unite. “Sono state raccolte informazioni circostanziali sulla mutilazione genitale, la tortura sessualizzata e trattamenti crudeli, inumani e degradanti”, si legge nel rapporto di 24 pagine su violenze sessuali che “stanno continuando ad accadere”. Patten ha incontrato 34 persone fra testimoni, soccorritori e investigatori e visionato cinquemila foto e cinquanta ore di video.
 

Il rapporto include la testimonianza di Eden Wesley, che ha fornito al New York Times prove cruciali per la sua indagine sui crimini sessuali di Hamas, fra le quali “la donna in abito nero”. Ieri, parlando al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, Wesley ha espresso indignazione nei confronti delle Nazioni Unite per aver ignorato e negato gli stupri. “Ho visto con i miei occhi ciò che i terroristi hanno fatto alle donne. È disgustoso e scioccante. Oltre all’omicidio e ad altri orrori, ho visto corpi smembrati. Le donne sono state violentate e ora, dopo cinque mesi, ve ne ricordate? È esasperante che il rapporto esca solo ora. Ho visto i corpi di un uomo e di una donna. Ho chiesto ai miei amici di fermarsi. Le hanno sparato e bruciato il corpo. Si copriva il viso con la mano, aveva una ferita da arma da fuoco sulla guancia ed era senza mutande. Le avevano strappato il vestito, l’avevano violentata e poi le avevano dato fuoco. Non è uno spettacolo che gli occhi umani possano sopportare”.
 

Intanto arrivava la decisione del ministro degli Esteri Israel Katz di richiamare l’ambasciatore all’Onu Gilad Erdan, dopo che la diplomazia israeliana è venuta a conoscenza che il segretario generale António Guterres non aveva intenzione di convocare una sessione di emergenza per discutere il rapporto. Katz ha detto che Guterres “ha agito per ammorbidire il rapporto che lui stesso ha ordinato, senza chiedere l’immediata convocazione del Consiglio di sicurezza per discutere il rapporto e riconoscere Hamas come gruppo terroristico, con tutte le sanzioni che ciò comporta”.
 

Pezzi dell’opinione pubblica occidentale prima hanno negato che Hamas avesse stuprato. Poi hanno scritto che un’inchiesta del New York Times era labile. Ora, dopo il rapporto Patten, che fatica per i nostri cretinetti e lucarelli continuare a far finta che Hamas non abbia mutilato, castrato e torturato.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.