L'annuncio

Mosca, Pechino e l'atomica sulla Luna

Giulia Pompili

“Non sottovalutate le capacità russe”, dice il capo della Space Force

Un impianto nucleare costruito dai robot sulla Luna entro il 2035, in grado di produrre “energia atomica spaziale”. L’altro ieri Yuri Borisov, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, ha annunciato che Russia e Cina stanno lavorando al progetto come parte della costruzione della base scientifica congiunta permanente sul satellite terrestre. “E’ una sfida molto complicata, perché dovrebbe essere fatta in modalità automatica, senza la presenza di esseri umani”, ha detto Borisov. Gli scienziati russi e cinesi stanno studiando anche la costruzione di un rimorchiatore spaziale “ciclopico” a propulsione nucleare. E’ l’ennesimo ambito del settore spaziale su cui Mosca e Pechino sembrano essere un passo avanti rispetto alla tecnologia occidentale: usare il nucleare per produrre energia sulla Luna non è un’idea nuova, alla Nasa si lavora a questo almeno dagli anni Settanta, perché con 14 giorni (terrestri) di luce e 14 di buio, sarebbe inconcepibile affidarsi solo all’energia solare sulla superficie lunare. La Nasa sta attualmente lavorando con il dipartimento dell’Energia americano per testare un progetto di energia nucleare “pulita” sulla Luna entro il 2030, in coincidenza con le fasi più operative del progetto Artemis. 

 


Nel marzo del 2021, subito dopo l’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, Mosca e Pechino hanno sancito la loro collaborazione nel campo spaziale annunciando la costruzione di una base permanente sulla Luna in grado, in futuro, di fare da ponte per l’esplorazione di Marte. Man mano che i programmi di collaborazione spaziale dei paesi occidentali con la Russia venivano sospesi, Mosca si legava sempre di più a Pechino – che è sempre rimasta fuori dalla diplomazia scientifica spaziale ma è riuscita, negli anni, a costruire un programma spaziale competitivo e particolarmente minaccioso nella nuova èra della competizione tra potenze soprattutto in orbita. Il capo della Space Force americana, Stephen Whiting, ha avvertito l’altro ieri che “le difficoltà della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina non devono creare un falso senso di fiducia nel fatto che Mosca stia diminuendo il suo dominio spaziale”, e l’ha fatto sottolineando che sia la Russia sia la Cina stanno investendo moltissimo in armamenti spaziali come i missili antisatellitari terrestri, i sistemi di guerra elettronica e altre capacità informatiche. Due settimane fa l’intelligence americana aveva avvertito anche i paesi alleati della possibilità, da parte della Russia, di essere in grado di avere in orbita un’arma tattica nucleare antisatellitare, accuse a cui aveva risposto il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, durante l’ultimo discorso alla nazione. Il mese scorso il presidente russo Vladimir Putin ha respinto come falso l’avvertimento degli Stati Uniti secondo cui Mosca avrebbe pianificato l’installazione di armi nucleari nello spazio, affermando che si trattava di uno stratagemma per attirare la Russia in negoziati sugli armamenti alle condizioni dell’occidente: “Di recente sono aumentate le accuse infondate contro la Russia, ad esempio che stiamo per dispiegare armi nucleari nello spazio. Queste insinuazioni... sono uno stratagemma per attirarci in negoziati alle loro condizioni”. 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.