editoriali

La ressa e i morti per gli aiuti a Gaza. Serve un piano per la Striscia

Redazione

Decine di morti tra gli affamati che assaltano un convoglio umanitario. Israele deve pensare ai civili e lottare contro il caos, per evitare che il vuoto di Hamas si colmi di nuovo terrore. Soprattutto adesso che i negoziati rischiano di finire ancora nel pantano

Un convoglio di aiuti umanitari è arrivato vicino Gaza City, la città più importante della Striscia in cui si sono concentrati i combattimenti nella prima fase della guerra. L’esercito israeliano dice che i terroristi di Hamas non controllano più la parte nord, dove sono rimaste circa 700 mila persone, che il sud è quasi libero e permangono sacche di miliziani a Rafah. I convogli umanitari sono scarsi, pochi sono quelli che passano da nord, arrivano con difficoltà e le persone, spesso, quando sanno che il giorno dopo arriverà un camion con gli aiuti, si mettono ad attenderlo dalla sera prima e quest’attesa  non vale come rassicurazione che riceveranno cibo, farina o acqua perché la distribuzione è caotica e quel che arriva non è mai abbastanza.
 

Il convoglio di oggi trasportava farina, ha percorso la strada al Rashid in direzione del quartiere Rimal e la scena che si è trovato davanti è di una folla in attesa caotica e affamata, pronta a tutto per avere i suoi aiuti. Poi sono iniziati gli spari e il caos. L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco contro la folla che si stava avvicinando alle postazioni dei soldati e di aver colpito una decina di civili, gli altri sarebbero stati calpestati mentre la folla prendeva d’assalto i camion del convoglio: ci sono video che mostrano i momenti dopo e si vedono molti cadaveri.
  

Le immagini di aiuti umanitari presi d’assalto sono frequenti, non c’è chi assicuri la sicurezza dei convogli, nella Striscia manca di tutto, ci si azzuffa per un niente e i camion fanno fatica a passare. Secondo Axios gli Stati Uniti avevano avvertito Israele di evitare di tramutare Gaza in Mogadiscio, la situazione di crisi e panico e fame invece rende tutto fuori controllo, le preoccupazioni americane per la crisi umanitaria a Gaza sono allarmanti. Dimostrare di saper gestire la Striscia, di pensare ai civili è uno dei compiti di Israele che deve lottare contro il caos, soprattutto dopo settimane di negoziati che finiscono nel pantano, ma deve fare di tutto affinché nella Striscia la situazione non peggiori e il vuoto di Hamas non si colmi con altro terrorismo.