La Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei - foto Ansa

Editoriali

Nazioni Unite dall'Iran: la prossima Conferenza sul disarmo in mano a Teheran

Redazione

Dopo quello per la tutela dei diritti umani assegnato qualche mese fa, ecco un altro posto d’onore all'Onu. Questa volta per il disarmo

Giovedì prossimo, la direttrice generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, nonché segretaria generale della Conferenza sul disarmo, la russa Tatiana Valovaya, interverrà alla suddetta conferenza che aprirà sotto gli auspici della presidenza indiana. Mosca si è ritirata dalla maggior parte dei trattati sugli armamenti, ma l’Onu è fermo al mondo prima del 2022, che era, sicuramente, un mondo migliore di oggi. La presidenza della Conferenza verrà detenuta da sei stati, il primo è l’India, poi ci sarà l’Indonesia e dal 18 al 29 marzo e dal 13 al 25 maggio la presidenza passerà all’Iran, uno stato che, contravvenendo ai trattati che aveva sottoscritto con gli Stati Uniti e con altri nella cornice del famoso deal iraniano aveva continuato ad arricchire l’uranio con l’obiettivo di avere la più micidiale delle armi. Trump abbandonò il patto, a torto o a ragione, perché era debole, mancavano le giuste cautele che avrebbe davvero dovuto impedire all’Iran di arrivare ad avere l’atomica. Le ispezioni alle centrali nucleari iraniane venivano svolte secondo i tempi e le volontà di Teheran, che quindi aveva tutto il tempo di camuffare il suo lavoro che non aveva nulla a che fare con gli scopi civili.

 

 

Nel frattempo, a proposito di disarmo, l’Iran ha contribuito ad armare i terroristi che vogliono la distruzione di Israele e se Hamas è stato in grado di arrivare al 7 ottobre con un piano sostanzioso e con armi mortali è perché aveva alle sue spalle anni di rapporti e aiuti da parte dell’Iran. Se oggi c’è una guerra in medio oriente è perché Teheran la prepara da tempo. Così, dopo aver permesso agli ayatollah di far parte della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e poi di presiedere il forum del Consiglio per i diritti umani, adesso l’Onu non rileva stranezze sul fatto che un regime guerrafondaio che uccide donne e oppositori abbia l’occasione di ritrovarsi in contesti preposti proprio a far sì che certe cose non accadano mai più. Anche Israele presiederà la Conferenza in agosto, forse varrebbe la pena lasciare le istituzioni dell’Onu ai suoi regimi.

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