Editoriali

L'Iran a capo dei diritti umani all'Onu

Redazione

Oggi assume la guida del Forum. Sembra una farsa, è un’altra vergogna

Oggi l’Iran assumerà la presidenza del Forum sui diritti umani delle Nazioni Unite. Non è una barzelletta, al Palazzo di vetro è successo anche questo, scatenando una campagna di protesta internazionale da parte di attivisti per i diritti umani che affermano che il record di oppressione, tortura ed esecuzioni di Teheran lo rende a dir poco inadatto per l’incarico, senza considerare la sua regia dei gruppi terroristici dietro al 7 ottobre in Israele. Il capo degli affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, ha difeso la nomina dell’Iran come una mera questione di rotazione regionale, “in coerenza con le procedure stabilite dalle Nazioni Unite”. Ma la nomina dell’Iran poteva essere revocata da una riunione speciale del Consiglio prima di oggi, ha affermato Hillel Neuer, direttore di UN Watch, un’organizzazione non governativa indipendente per i diritti umani con sede a Ginevra. La campagna di UN Watch è sostenuta da una petizione globale firmata da più di 90.000 persone, che chiede alle Nazioni Unite di impedire la presidenza iraniana del forum delle Nazioni Unite sui diritti umani: "Chiediamo a Borrell di agire".

È tempo che tutte le democrazie alle Nazioni Unite smettano di legittimare regimi assassini”, ha affermato Neuer. “Il regime omicida di Teheran è responsabile dell’aumento delle esecuzioni, applicate in modo sproporzionato alle minoranze, e dell’oppressione di donne e ragazze. La recente morte della sedicenne Armita Geravand, dopo essere stata aggredita in metropolitana dalla polizia iraniana della moralità per non aver indossato l’hijab obbligatorio, ci ricorda che questo è un regime crudele che non appartiene a nessun organismo delle Nazioni Unite per i diritti umani”. Una nomina che manda il messaggio sbagliato nel momento sbagliato, consentendo alla Repubblica islamica dell’Iran  di presentarsi sulla scena internazionale come una nazione rispettata. Nel mondo chiuso e ipocrita di accordi dietro le quinte dell’Onu, una dittatura sanguinaria è in tutto e per tutto uguale a una democrazia liberale.

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