voto e guerra

I piani di Putin per il 2025

Micol Flammini

La Difesa tedesca è pronta a un attacco russo contro il territorio della Nato e un documento rivelato dalla Bild ne mostra le tappe, ma c'è un modo per prevenire il peggiore degli scenari: sostenere l'Ucraina. L'aggressione, la difesa e i confini secondo Mosca

Il presidente-candidato Vladimir Putin non sta investendo molto nella campagna elettorale per il voto che si terrà il 17 marzo. Non dovrà sforzarsi in dibattiti  con gli altri candidati, cosa che non fa dal suo secondo mandato, non ha previsto  volantini o  simboli. Per il momento non c’è neppure uno slogan, ma appare qualche manifesto. Il giornalista della Bbc Steve Rosenberg ha notato che su alcuni cartelloni elettronici a Mosca è apparsa una foto di Putin affiancata da  una vecchia frase: “I confini della Russia non finiscono mai”. Nel 2016, il presidente russo aveva domandato a uno studente appassionato di geografia dove finisse il territorio della Russia. Diligentemente, il ragazzo aveva risposto: “Allo stretto di Bering”. Putin lo aveva corretto, suggerendo che i confini russi non finiscono mai: Mosca difende i russi dovunque si trovino. Due anni prima dell’incontro tra lo studente e il presidente, era iniziata la guerra nel Donbas e la Crimea era stata annessa proprio nel nome della difesa dei russi ovunque essi si trovino. 
Da allora Putin non ha cambiato idea, il confine è un concetto da estendere a piacimento e andrà sempre alla ricerca di russi da salvare per giustificare una guerra. 


La Bild ha pubblicato un documento della Difesa tedesca, in cui Berlino immagina i tempi e le modalità di un’espansione della guerra russa al territorio della Nato. Che Mosca un giorno possa decidere di attaccare il territorio europeo è uno scenario che diverse intelligence occidentali ritengono immaginabile, soprattutto nel caso in cui Kyiv dovesse perdere. Nel documento tedesco si legge che Mosca potrebbe attaccare i Paesi baltici nell’estate del 2025, procedendo dal corridoio di Suwalki, che divide Polonia e Lituania e si estende dalla Bielorussia a Kaliningrad. Secondo Berlino, l’incursione sarebbe preceduta da un’offensiva di primavera contro Kyiv, che potrebbe portare la Russia ad avanzare se l’Ucraina dovesse trovarsi senza il sostegno occidentale. Mosca potrebbe cogliere un’opportunità tra le elezioni europee e quelle americane. L’attacco contro i Paesi baltici avverrebbe in due tempi. Il primo ibrido, con attacchi informatici in Lituania, Lettonia ed Estonia diretti ad alimentare un risentimento  da parte dei cittadini russi, per passaporto o origini, nei confronti del resto del paese. Il secondo, nell’estate del 2025, sarebbe armato e avverrebbe dopo aver schierato truppe ai confini e spostato almeno settantamila uomini in Bielorussia. L’agenzia russa Ria Novosti ha smentito il rapporto, dicendo che Mosca non ha intenzione di aggredire la Nato ed è sempre aperta al dialogo. Secondo la Difesa tedesca, i Baltici e la Polonia, evitare questo scenario sarebbe semplice e  necessario: il modo per trattenere Putin è aiutare l’Ucraina a vincere. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.