Alexei Navalny nella prigione di Khpar - foto X Ivan Zhdanov

Il messaggio

Navalny parla dall'ultimo gulag russo nell'Artico: "Sono Babbo Natale a regime speciale"

L'oppositore di Putin è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza a duemila chilometri da Mosca. "Sto bene, non preoccupatevi. Ci sono cani pastore morbidi e soffici". Cosa sappiamo di IK-3, la colonia penale dove è rinchiuso

Dopo quasi un mese senza sue notizie, Alexei Navalny è stato ritrovato ed è tornato a parlare sui social. Nella giornata di ieri la sua portavoce, Kira Iarmych, ha annunciato su X di aver identificato la posizione dell'oppositore del presidente russo Valdimir Putin. Oggi è lui stesso a postare un thread, sempre su X, nel quale descrive il suo viaggio e le condizioni in cui si trova. "Sto bene, non preoccupatevi per me", ha scritto l'attivista russo, al momento localizzato a Charp, nella Yamalo-Nenetsia, una regione remota della Siberia, nel carcere di massima sicurezza Ik-3, vicino al Mar Glaciale Artico a circa duemila chilometri a nord-est di Mosca. La squadra e gli attivisti di Navalny hanno collegato il suo trasferimento alle imminenti elezioni presidenziali di marzo, in cui si prevede che Putin sarà rieletto. Il trasferimento di Navalny in una zona remotissima del paese, da dove le comunicazioni saranno ancora più difficoltose, sarebbe insomma un tentativo di “isolare” il politico dell'opposizione.

  

 

Ik-3 è un carcere a "regime speciale" che può ospitare fino a 1.050 prigionieri, secondo il Servizio penitenziario federale. È stato fondato nel 1961 sul sito di un vecchio gulag sovietico ed è conosciuto anche con il nome di "Lupo Polare", spiega il direttore dell'associazione anticorruzione di Navalny, Ivan Zhdanov. L'attivista si trova lì per scontare una pena di 19 anni in quanto ritenuto colpevole del reato di "estremismo". Da 20 giorni non si avevano più sue notizie

"Le condizioni [nelle colonie a regime speciale] sono piuttosto terribili, è chiaro che si tratta di detenzione nel massimo isolamento", ha detto al Moscow Times l'attivista per i diritti umani Igor Kalyapin. “Penso che Navalny sia stato inviato fino a lì proprio per garantire il massimo isolamento fisico possibile. Anche arrivarci è un problema”.

"L'Ik-3 ha sempre funzionato come una colonia per recidivi particolarmente pericolosi", ha aggiunto il giornalista russo Leonid Nikitinsky, che ha visitato Charp nel 2006, in un articolo per il quotidiano indipendente Novaya Gazeta. L'istituto è una sorta di Alcatraz russa, dove invece del mare ci sono centinaia di chilometri di tundra da un lato e le montagne degli Urali polari dall'altro: anche solo pensare a una fuga è impossibile.

   

Nonostante l'isolamento fisico della colonia, Ik-3 è collegato al servizio di posta elettronica Zonatelecom, ha notato la giornalista indipendente russa Farida Rustamova.

  

  

I resoconti dei prigionieri e degli ex prigionieri della colonia penale descrivono un ambiente particolarmente duro, con condizioni di vita misere, brutalità fisiche e psicologiche. Ci sono molte accuse di vessazioni, addirittura di tortura, e molti carcerati hanno denunciato la mancanza di indumenti caldi. L'ufficio del procuratore del distretto autonomo di Yamal-Nenets, almeno due volte dallo scorso anno ha denunciato il mancato rispetto delle leggi sulla protezione del lavoro, delle norme sulla sicurezza antincendio e degli standard sanitari presso l'Ik-3. L'isolamento dal resto del paese può essere un buon incentivo all'uso della violenza da parte delle autorità. Nonché proprio il motivo per cui il dissidente è stato trasferito in quel luogo. "È praticamente impossibile raggiungere quella coloniale penale: è praticamente impossibile anche farci arrivare delle lettere, è il più alto livello possibile di isolamento dal mondo" ha detto un suo collaboratore sui social, Leonid Volkov.

    

  

"Sono il vostro nuovo Babbo Natale" scrive ironicamente sui social Navalny. "Indosso un cappotto di pelle di pecora, un cappello colbacco (fatto di pelliccia con paraorecchie) e presto avrò un valenki (una tradizionale calzatura invernale russa). Mi sono fatto crescere la barba per i 20 giorni del mio trasporto". La prigione nel quale è al momento detenuto, spiega, si trova "sopra il circolo polare artico. Nel villaggio di Charp. La città più vicina si chiama Labytnangi". In questa zona sorge la colonia penale IK-3. Le temperature in questa zona della Siberia sono estreme: nei primi giorni di gennaio, per intenderci, sono previsti anche -30 gradi centigradi. "Non ci sono renne" continua il suo post, ma "cani da guardia belli e soffici. Non dico 'Ho-ho-ho', ma dico 'Oh-oh-oh' quando guardo fuori dalla finestra, dove posso vedere la notte, poi la sera e poi la notte ancora. I 20 giorni del mio trasporto sono stati piuttosto estenuanti, ma sono ancora di buon umore, come si addice a un Babbo Natale". 

   

 Il villaggio di Charp - foto X di Ivan Zhadnov

   

Venti giorni di silenzio per un viaggio che secondo lui ha avuto un itinerario piuttosto strano: "Mi hanno portato qui sabato sera, attraverso il percorso 'Vladimir - Mosca - Chelyabinsk - Ekaterinburg - Kirov - Vorkuta - Charp'. Non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio". Navalny ha poi aggiunto che gli è stato presentato il suo avvocato: "Ieri è stata aperta la porta della cella con la scritta: 'È qui per te un avvocato'. Sono rimasto sorpreso".

 

    

Il cerchio sulla mappa è il luogo di detenzione attuale. Dopo l'ultima località conosciuta, Kirov, Google Maps non è in grado di caricare un percorso in automobile. Il viaggo per arrivare da Mosca a Charp, cittadina di circa seimila anime, può impiegare dunque settimane, passando per strade poco battute e località semideserte. Tra Vorkuta (la penultima tappa conosciuta) e Charp, bisogna anche attraversare un passo negli Urali artici.

 

L'attivista ha poi detto di aver fatto una "passeggiata" nel cortile esterno, che è in realtà un'altra prigione: "Ho visto un convoglio, non come nella Russia centrale, ma come nei film: con mitragliatrici, guanti caldi e stivali di feltro. E con gli stessi bellissimi e soffici cani da pastore". L'oppositore di Vladimir Putin chiude poi il suo post paragonandosi di nuovo a Santa Claus: "Visto che sono Babbo Natale, probabilmente ti starai chiedendo quali sono i regali. Ma io sono un Babbo Natale a regime speciale, quindi solo chi si è comportato molto male riceve regali", scrive dalla cella.

 

   

Non si hanno notizie specifiche riguardo alle condizioni di salute dell'attivista. La portavoce Kira Yarmysch ha aggiunto, sempre su X, che i legali gli hanno fatto vista e che "sta bene". 

 

 

Sempre secondo la sua portavoce, "lo hanno deliberatamente mandato in quella particolare colonia per isolarlo il più possibile, per non dargli l’opportunità di comunicare con il mondo" in quanto "resta sempre il principale oppositore di Putin" e quindi un ostacolo alla sua ricandidatura per le elezioni russe di marzo 2024. Navalny si trova in carcere da giugno 2022 e fino all'8 dicembre scorso è sempre restato nello stesso carcere di massima sicurezza. Ora, trasferito all'estremo nord, è probabile che non sarà spostato fino alla (scontata) vittoria di Putin tra tre mesi.

  

Di più su questi argomenti: