Editoriali
Che sorpresa, Putin si ricandida
Nessuna suspense, eppure nel voto c’è chi ci crede ancora. Ed è una speranza
Vladimir Putin si ricandida, parteciperà senza dibattito e senza contraddittorio alle elezioni russe del 17 marzo del 2024. Non c’era alcuna incertezza, alcuna suspense, tutti erano convinti che si sarebbe ricandidato, eppure il capo del Cremlino ha deciso di tirarla per le lunghe, nonostante nel 2020, con le restrizioni sanitarie e la pandemia, avesse chiamato i russi a votare per scegliere se cambiare o no la costituzione, e il cambiamento principale riguardava l’abolizione della regola che impone al presidente di non fare più di due mandati consecutivi. La Costituzione venne cambiata e Putin si è risparmiato la fatica di dover pensare a un escamotage come fece nel 2008, quando mise Dmitri Medvedev a fare il presidente, per sé prese la carica di primo ministro, e il cambiamento era soltanto di facciata. Ora, il voto del 17 marzo sembra un esercizio estetico per truccare con parvenze democratiche un regime, tanto Putin vincerà e le elezioni in Russia sono un rito dall’esito scontato.
Eppure c’è chi ancora crede nel loro valore e i primi a crederci sono proprio gli oppositori. Aleksei Navalny, che si trova in una colonia penale e non potrà neppure candidarsi, ha incitato i russi a recarsi alle urne e votare chiunque, qualsiasi candidato tra quelli che saranno ammessi, ma non Putin. In queste settimane i sostenitori di Navalny hanno comprato spazi pubblicitari per la loro campagna “Una Russia senza Putin” e il voto è il primo modo di costruire un nuovo paese, il primo passo per dimostrare che il presidente è battibile. Tra i candidati non ci sono soltanto amici del presidente o finti avversari che da anni si sottopongono al ruolo dell’opposizione leale. Ci sono nomi nuovi, come la giornalista Ekaterina Duntsova che è pronta a presentarsi con un programma tutto sulla pace. Il presidente russo ha tutto il tempo per fermarla, ma il fatto che lei ci voglia provare indica che in queste elezioni, c’è chi ci spera ancora e ha il coraggio di tentare.
tra debito e crescita