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la metro dell'onu

L'Onu non ha mai fiatato sui tunnel di Hamas. Ora attacca Israele che li allaga

Giulio Meotti

Gran parte delle strutture sotterranee sono state costruite dai terroristi con il materiale donato dalle Nazioni Unite a Gaza e se ne conosceva l’esistenza almeno dal 2014. Non una parola dal Palazzo di Vetro quando fu l'egitto a riempirli di acqua di mare per mettere fine al contrabbando

Lanciata nel 1904, l’anno scorso la metro di New York ha trasportato 1,8 miliardi di passeggeri. C’è un’altra “metropolitana”. È la rete di tunnel sotto Gaza. Il suo obiettivo però non è facilitare la vita, ma portare la morte. Prima del conflitto del maggio 2021, Israele ha facilitato numerosi progetti di ricostruzione e infrastrutture a Gaza, parte del “Meccanismo di Ricostruzione di Gaza” (“GRM”), un accordo tra le Nazioni Unite, l’Autorità Palestinese e Israele per consentire il trasferimento di materiali da costruzione a Gaza in seguito al conflitto del 2014. Solo nel 2021, 450mila tonnellate di cemento e 60mila tonnellate di strutture per cemento armato. Camion e camion di ghiaia, ferro, cemento, legno e altri materiali passati dal valico di Kerem Shalom verso Gaza da Israele, attaccato il 7 ottobre e da cui domenica sono tornate a passare le merci verso la Striscia.

   
Senza contare 2,3 miliardi di dollari di aiuti dall’estero (più di mille dollari per abitante di Gaza all’anno) che arrivavano ogni anno nella Striscia e Hamas che taglieggiava il 30 per cento di ogni import, export e ogni provento di attività economica di abitanti di Gaza fuori e dentro la Striscia.

 
Ieri Israele ha scoperto nei pressi del valico di Erez il più grande sistema di tunnel che si divide in vari rami con una estensione di oltre quattro chilometri e arrivava a soli 400 metri dal confine israeliano. Un progetto, accusa Israele, guidato da Muhammad Sinwar, fratello di Yahya Sinwar. Il sistema del tunnel - che ha avuto un ruolo nell’attacco del 7 ottobre - ha una larghezza sufficiente per un’auto ed è dotato di impianti elettrici e fognari e porte blindate per bloccare l’accesso, progettato per trasportare auto cariche di terroristi da Gaza al confine. “Milioni di dollari sono stati investiti in questo tunnel, ci sono voluti anni per costruire questo tunnel e i veicoli potevano attraversarlo”. Il professore di geologia dell’Università Bar-Ilan di Tel Aviv, Joel Roskin, ha pubblicato libri e articoli sui tunnel. Secondo Roskin, i tunnel di Hamas possono essere profondi fino a 60 metri e ogni tratto di tunnel costa tre milioni di dollari, utilizzando cemento e ferro prefabbricati. 


Il leader di Hamas Sinwar nel 2021 si è vantato che ci sono 300 chilometri di tunnel sotto Gaza, l’intera lunghezza della metropolitana di New York City. Forse era un’esagerazione. Ma supponiamo che ci siano 100 chilometri di tunnel: sarebbe il triplo della lunghezza della metropolitana di Roma. Roskin calcola che ogni chilometro di tunnel potrebbe ospitare 2.600 persone. Cento chilometri, fino a 260.000 abitanti di Gaza. Gran parte di questi tunnel sono stati costruiti con il materiale donato dall’Onu a Gaza. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite non ha mai parlato in questi anni dei tunnel di Hamas (se ne conosceva l’esistenza almeno dal 2014). Ma ora sì, per criticare la strategia di Israele di inondare la rete di tunnel sotterranei dei terroristi con l’acqua del Mediterraneo, denunciando che la decisione potrebbe avere “gravi impatti negativi sui diritti umani”. “Perché non avete mai condannato Hamas per aver utilizzato fondi delle Nazioni Unite e cemento donato a livello internazionale per costruire centinaia di chilometri di tunnel terroristici, invece di case, ospedali e scuole?”, ha chiesto l’organizzazione UN Watch guidata dall’avvocato internazionale per i diritti umani Hillel Neuer. “Perché esprimi solo la preoccupazione che i tunnel del terrore possano essere distrutti?”. Neuer ha aggiunto che quando l’Egitto ha fatto la stessa cosa (allagando i tunnel di Gaza per fermare il contrabbando), l’Onu non ha detto assolutamente nulla. L’avvocato per i diritti umani Anne Bayefsky è stata ancora più diretta: “L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk è più interessato a proteggere i tunnel del terrore di Hamas nei quali gli ebrei sono stati torturati e uccisi al loro interno”. 


Quando ci si domanda: che fine hanno fatto i miliardi di dollari della comunità internazionale a Gaza? Nei tunnel della morte, in gran parte, come sta scoprendo Israele in questi due mesi. E nelle tasche dei capi della jihad palestinese. Ieri l’esercito israeliano ha scoperto una valigia con 1,3 milioni di dollari nell'abitazione di un esponente di spicco di Hamas a Jabalia, a nord di Gaza City.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.