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Huerta de Soto e Benegas Lynch, chi sono gli intellettuali citati dal  presidente argentino Milei

Maurizio Stefanini

I riferimenti di Milei alle teorie dei pensatori liberali argentini non solo dimostrano la capacità del presidente di tradurre quelle idee in una proposta politica vincente, ma anticipano le sue prossime mosse, a livello interno e internazionale

Due sono le citazioni che spiegano i riferimenti intellettuali del nuovo presidente argentino Javier Milei.“Più di 20 milioni di argentini non possono vivere una vita dignitosa perché sono prigionieri di un sistema che genera solo più povertà. Come dice il grande Jesús Huerta de Soto, i piani contro la povertà generano più povertà. L’unica via d’uscita dalla povertà è avere più libertà”. E ancora. “Oggi abbracciamo ancora una volta le idee di libertà, quelle idee che sono riassunte nella definizione di liberalismo, del nostro più grande eroe delle idee di libertà, il professor Alberto Benegas Lynch, che dice che il liberalismo è il rispetto illimitato del progetto di vita degli altri, basato sul principio di non aggressione, in difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà, le cui istituzioni fondamentali sono la proprietà privata, i mercati liberi dall’intervento statale, la libera concorrenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale. In quella frase di 57 parole è riassunta l’essenza del nuovo contratto sociale scelto dagli argentini”.

Non sono le sole citazioni che  Milei ha fatto nel suo discorso di insediamento, e altre  dichiarazioni sono importanti perché anticipano le sue prossime mosse, a livello interno e internazionale. Però questo chiarimento di pedigree è a sua volta essenziale. Molti media hanno parlato dei guru della Scuola Austriaca e della Scuola di Chicago cui Milei ha reso omaggio dando il loro nome ai suoi cani: Milton Friedman, Murray Rothbard e Robert Lucas. Chi ha un po’ più di dimestichezza con la storia argentina ha notato gli altri riferimenti ai padri nobili del pensiero liberale argentino: Juan Bautista Alberdi, Domingo Faustino Sarmiento e Bartolomé Mitre. Ma poiché gli uni sono anglosassoni e gli altri ottocenteschi, a Milei poteva essere obiettato che guarda per l’Argentina a cose che stanno altrove: sia esso un altrove geografico-culturale o un atrove temporale. Invece, questi due sono ispanici, e viventi.   

Jesús Huerta de Soto Ballester, in particolare, è nato a Madrid nel 1956, ed è docente di economia politica alla Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, oltre che presidente e amministratore delegato della compagnia di assicurazioni sulla vita fondato da suo nonno. Sostenitore della necessità di combinare l’approccio teorico di Ludwig von Mises, quello storico-evolutivo di Friedrich von Hayek e quello etico del citato Rothbard, da Rothbard riprende la tesi della derivazione della Scuola Austriaca dalla Scuola di Salamanca del Secolo d’Oro spagnolo, che pure serve a radicare il liberalismo nella tradizione cattolica ispanica, anche se poi sostiene la superiorità dell’anarco-capitalismo sul liberalismo classico, in quanto “unica opzione compatibile con la natura umana”. Tradotto in 21 lingue, la sua influenza sul programma di Milei è particolarmente evidente nella sua critica alle banche centrali come responsabili della crisi post 2007 per creare troppa moneta, e nella richiesta di un ritorno al sistema aureo, di cui però vede nell’euro un “proxy” capace di disciplinare politici, burocrati e gruppi di interesse. Nel contesto argentino un buon omologo sarebbe la dollarizzazione, punto forte del programma di Milei.

Quanto ad Alberto Benegas Lynch, è proprio argentino. Nato a Buenos Aires nel 1943, figlio dell’omonimo padre che pure è stato economista e teorico del liberalismo, professore e rettore universitario e presidente della sezione Economia dell’Accademia Nazionale delle Scienze, Milei è stato un suo allievo, e proprio per questa influenza sul candidato che si era già rivelato come favorito per la Casa Rosada a ottobre Rubbettino ha per la prima volta tradotto un suo libro in italiano: “La postverità socialista”. Una raccolta di articoli pubblicati su vari quotidiani argentini tra il 2017 e il 2018, in cui si spiega che l’ideologia comunista ha oggi prodotto come proprio spin-off quella sorta di dittatura culturale che si definisce “politicamente corretto”. Contro l’una e l’altra Benegas Lynch difende il liberalismo inteso come rispetto illimitato del progetto di vita degli altri, basato sul principio di non aggressione, in difesa del diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà, le cui istituzioni fondamentali sono la proprietà privata, i mercati liberi dall’intervento statale, la libera concorrenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale.

Benegas Lynch ha definito appunto Milei  “un miracolo per l’Argentina”, nel senso di assoluta eccezionalità di un personaggio che è stato capace di trasformare questa teoria in proposta politica vincente.

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