Lezioni ceche

Così la Repubblica ceca insegna al resto dell'Ue come si può fare il derisking con Pechino

Priscilla Ruggiero

Da Praga il presidente Petr Pavel è stato il primo capo di stato della Ue a comunicare in linea diretta con il presidente taiwanese Tsai Ing-wen. Una chiamata che ha azzeratp i rapporti diplomatici tra i due paesi

In pochi anni la Repubblica ceca è passata dal rappresentare uno dei paesi europei  con legami più stretti con la Repubblica popolare cinese a  uno dei più aggressivi nei confronti di Pechino e vicini a Taiwan assieme alla Lituania. Dopo l’entrata di Praga nell’iniziativa cinese 16+1 per “sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali e rafforzare il partenariato strategico tra Ue e Cina”, i rapporti tra Praga e Pechino sono proseguiti, tra visite istituzionali a Taipei e minacce di sanzioni della Cina, fino all’invito di Xi Jinping a gennaio scorso a una videoconferenza con l’ex presidente ceco Miloš Zeman per “approfondire e ampliare la cooperazione tra i due paesi”. Poche settimane dopo, l’attuale presidente Petr Pavel, in carica da marzo, ha risposto all’invito a modo suo,  accettando la telefonata della presidente taiwanese Tsai Ing-wen e diventando il primo capo di stato dell’Unione europea a comunicare in linea diretta con un presidente taiwanese. Pechino in risposta ha azzerato i canali diplomatici con Praga. Ed è in questo spazio vuoto che  è entrata in punta di piedi Taiwan: dall’elezione di Pavel il viaggio di una delegazione di 150 deputati cechi  a Taipei ha portato alla firma di 11 memorandum d’intesa  per rafforzare i legami economici, politici e culturali tra i due paesi e a un  accordo per la vendita a Taiwan di armi e camion per il trasporto di missili.

 

Pavel si è spinto oltre, dichiarando l’intenzione di andare a Taipei nonostante le minacce cinesi. Sarebbe il primo capo di stato dell’Ue a visitare l’isola: secondo fonti sentite dal Foglio per ora non andrà, ma la Repubblica ceca dice di non aver paura delle sanzioni  cinesi come quelle imposte alla Lituania dopo l’apertura di un “ufficio di rappresentanza taiwanese” a Vilnius perché qui “non esiste alcuna comunità cinese e soprattutto non ci sono investimenti cinesi. Molti paesi europei sono molto più dipendenti dalla Cina. Ci hanno puniti sulle esportazioni dirette verso Pechino, ma questo non ha cambiato molto la situazione, poiché la maggior parte dei prodotti passa attraverso altri paesi europei. Per questo penso che non possano e non siano riusciti a punirci”. 

 

Secondo Marek Libricky, del dipartimento Asia-Pacifico del ministero degli Esteri ceco, la svolta con Taiwan  risale addirittura a trent’anni fa, dice al Foglio che “negli ultimi due anni si sono solo aggiunti elementi chiave, ma abbiamo sempre considerato Taiwan tra i partner fondamentali e, in confronto, la Lituania è la nuova arrivata”, non Praga. “Abbiamo aperto i nostri uffici a Taipei e qui a Praga trent’anni fa. Siamo sempre stati lì”. Secondo Libricky la Repubblica ceca è anche una delle più grandi promotrici della cooperazione tra l’Ue e Taiwan, e “tra i più grandi sostenitori dell’engagement di Taiwan con le organizzazioni internazionali”.

 

La posizione cinese nella guerra in Ucraina rappresenta per la Repubblica ceca uno dei più grandi limiti nei suoi rapporti con Pechino: Praga è uno dei paesi europei più vicini a Kyiv dall’inizio dell’invasione russa, ospita il maggior numero di rifugiati ucraini pro capite nell’Ue e dal 24 febbraio 2022 le bandiere ucraine sventolano fiere su moltissimi palazzi della capitale accanto alla bandiera ceca. Soltanto lo scorso mese sono stati riattivati i canali diplomatici e c’è stato il viaggio a Pechino del pragmatico  consigliere per la sicurezza nazionale della Repubblica ceca Tomas Pojar.  Intanto i rapporti con Taiwan si fanno più stretti, soprattutto nell’ambito della cultura, il rappresentante taiwanese a Praga, Ke Liang-Ruey, ci racconta le borse di studio offerte agli studenti cechi, l’accordo di gemellaggio con Taipei, il “Centro di Taiwan per il mandarino” a Praga che offre gli stessi corsi degli istituti Confucio, ma all’insegna della trasparenza. Lo zoo della capitale ospita un pangolino taiwanese da quando la Cina non ha acconsentito all’invio di un panda “diplomatico”. La Repubblica ceca insegna al resto dell’Ue come dimostrare il proprio sostegno a Taiwan perché “è un investitore nella Repubblica ceca molto più grande della Repubblica popolare cinese e perché rispetta i princìpi di libertà e democrazia”. Ieri una delegazione ceca è atterrata a Taipei e il ministero degli Esteri taiwanese ha conferito al senatore della Repubblica ceca, Pavel Fischer, una “medaglia dell’amicizia”.

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