editoriali
Il segretario dell'Onu Guterres crede più alle stime di Hamas che a quelle ucraine
Guterres fa suo il numero delle vittime diffuso dai terroristi palestinesi, mentre considera propaganda le cifre diffuse da Kyiv, che per la distruzione di Mariupol calcola oltre 20 mila morti civili mentre per l’Onu sono appena 1.348
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, auspica – come è ovvio nel suo ruolo – un prolungamento della tregua a Gaza, invitando a proseguire “il dialogo che ha portato al rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas e dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane” nella speranza che si arrivi a “un cessate il fuoco umanitario totale”. Si tratta di una dichiarazione di rito, senza alcun impatto reale sulle decisioni degli attori in campo. Ma forse è proprio ciò che ci si attende dal segretario generale dell’Onu. Almeno se l’alternativa sono le dichiarazioni di Guterres delle settimane passate. Tipo quella che ha suscitato la forte reazione israeliana sul pogrom del 7 ottobre di Hamas che “non è avvenuto nel vuoto”, ma è il frutto della “soffocante occupazione” di Israele. O quella più recente, del 20 novembre, secondo cui a Gaza “stiamo assistendo a un’uccisione di civili che non ha eguali ed è senza precedenti in qualsiasi conflitto da quando sono segretario generale”.
La conta delle vittime ha sempre un sapore cinico, ma le affermazioni di Guterres suggeriscono alcune riflessioni. La prima riguarda i numeri. Anche considerando veritiere le stime diffuse da Hamas, le parole di Guterres sono contraddette dalla stessa Onu, secondo cui vi sono conflitti recenti che hanno portato a un numero di vittime drammaticamente superiore (Yemen, alla fine del 2021: 377 mila; Siria, fino al 2022: oltre 306 mila morti; Tigray, Etiopia, tra 400 e 600 mila morti). Ma i paragoni con le altre guerre lasciano il tempo che trovano, non esiste una classifica degli errori, quello che impressiona è la ragione per cui Guterres abbia scelto di diventare il portavoce del bollettino di Hamas senza considerare propaganda i suoi numeri come fatto, per esempio, con l’Ucraina che per la distruzione di Mariupol calcola oltre 20 mila morti civili mentre per l’Onu sono appena 1.348. C’è propaganda e propaganda. E quella di Hamas, purtroppo, all’Onu non dispiace.
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