◉ I PRINCIPALI FATTI DI OGGI

Hamas dice che è vicino l'accordo per la tregua. Netanyahu convoca il gabinetto di guerra sugli ostaggi

Redazione

L'annuncio di un'intesa sugli ostaggi e sul cessate il fuoco, mediata dal Qatar, potrebbe essere dato "a ore", dice un esponente del gruppo terrorista. Ma il ministro di ultradestra Ben Gvir è allarmato: "Rischiamo un altro grave errore"

Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele.


       

Netanyahu convoca il gabinetto di guerra sugli ostaggi

"Alla luce degli sviluppi sulla liberazione dei nostri ostaggi", il premier di Israele Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di guerra per stasera alle 18 (le 17 in Italia) a Tel Aviv. Subito dopo saranno convocati il gabinetto politico (alle 19 locali) e il governo alle 20, ha riferito l'ufficio del premier. 

"Spero che avremo buone notizie fra breve" sugli ostaggi, ha detto Netanyahu in un incontro con un reparto dell'esercito. "Stiamo facendo progressi. Non penso sia il caso di aggiungere parole, nemmeno in questo momento". Il premier ha comunque ribadito che il primo obiettivo di Israele resta ''la distruzione di Hamas. Non ci fermeremo finché non lo realizzeremo".

Oggi Hamas ha parlato di una "tregua" che avrebbero concordato con Israele. Uno dei maggiori ostacoli nei negoziati è stata la questione del cessate il fuoco (la parola "tregua" del resto non equivale a un cessate il fuoco): Israele si è opposto perché ritiene che Hamas lo utilizzerà per riarmarsi e riorganizzarsi prima di attaccare nuovamente. Ma fonti della Bbc vicine ai negoziati sostengono che un accordo probabilmente includerà alcune pause temporanee nei combattimenti, poche ore al giorno per un periodo che potrebbe andare dai tre ai cinque giorni, che consentirebbero anche un notevole aumento degli aiuti verso Gaza, compreso forse il carburante tanto richiesto.


   

Xi chiede una conferenza internazionale per la pace a Gaza. Putin: "Necessario cessate il fuoco"

Il presidente cinese Xi Jinping chiede una "conferenza di pace internazionale" per mettere fine alla guerra tra Israele e Hamas. 

Nella Striscia di Gaza è in atto una "catastrofe umanitaria" che desta "profonda preoccupazione", ha detto il presidente russo Vladimir Putin al vertice dei Brics in teleconferenza. Putin ha aggiunto che le pause umanitarie sono necessarie per la liberazione degli ostaggi e l'evacuazione dei civili, ma ha fatto appello alla comunità internazionale per coordinare gli sforzi al fine di arrivare a un cessate il fuoco e alla ricerca di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese.


   

Egitto, pronti a rispondere a sfollamento forzato da Gaza

"Ciò che Israele sta commettendo in Palestina rappresenta una minaccia alla sicurezza egiziana", ha detto il primo ministro egiziano Mustafa Madbulya durante la plenaria della Camera. "Qualsiasi spostamento forzato della popolazione della Striscia di Gaza rappresenta un chiara minaccia per lo Stato egiziano e l'Egitto non esiterà a utilizzare tutte le misure per garantire la protezione e la preservazione dei suoi confini". 


  

Hamas, verso un accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri 

L'annuncio di un possibile accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato "a ore" da funzionari del Qatar: lo ha detto ad Al Jazeera l'esponente di Hamas, Izzat el Reshiq. "L'atteso accordo includerà il rilascio di ostaggi donne e bambini israeliani in cambio di donne a bambini palestinesi nelle prigioni dell'occupazione", ha detto el Reshiq alla tv qatariota. In precedenza, uno dei leader di Hamas - Ismail Haniyeh - aveva detto che il gruppo era "vicino a raggiungere un accordo su una tregua" con Israele. Le voci positive che provengono dal Qatar riguardo ad un potenziale accordo di tregua fanno eco a sentimenti simili espressi a Washington. Ieri, quando i giornalisti hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti se si fosse vicini a un accordo, Joe Biden ha incrociato le dita. Non c’è stata ancora alcuna dichiarazione da parte di Israele.

  

Una fonte israeliana ha detto alla tv Canale 12 che ci sono ancora aspetti tecnici da risolvere ma "Siamo molto vicini ad un accordo" per il rilascio di alcuni ostaggi da Gaza: almeno 50 persone saranno liberate, mentre decine di altri lo potrebbero essere in cambio di una estensione del cessate il fuoco. Ad essere liberati - ha detto la tv - dovrebbero essere i bambini, le loro madri e altre donne.

  

Per essere chiari, al momento non è stato annunciato ufficialmente alcun accordo e i precedenti tentativi hanno vacillato nonostante si fosse parlato di progressi nei negoziati. Alcune famiglie dei rapiti hanno protestato dopo aver incontrato ieri sera il gabinetto di guerra israeliano a Tel Aviv: sostengono che il recupero dei loro cari dovrebbe avere la priorità rispetto alla missione di distruggere Hamas. "Adesso e tutti" è lo slogan dei famigliari degli oltre 240 ostaggi tenuti a Gaza, che chiedono che la liberazione non avvenga in fasi. Su questo punto sono d'accordo con Yoav Gallant, il ministro della Difesa, e con i vertici militari che preferirebbero rinviare l'accordo per mettere ulteriore pressione sui terroristi e perché reputano inaccettabili alcune condizioni (come la richiesta di no fly zone su Gaza per i droni israeliani). Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha insistito sul fatto che quanto più il nemico è indebolito tanto maggiori sono le possibilità di riportare a casa gli ostaggi.

  

Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra 'Potere ebraico', ha detto di essere allarmato dall'accordo che si profila. Secondo il Times of Israel Ben Gvir ha ammesso di non conoscerne i dettagli: "Ma le voci che circolano - ha aggiunto - indicano che rischiamo di compiere un altro grave errore come nella liberazione di Shalit": il caporale liberato nel 2011 dopo 5 anni di prigionia a Gaza in cambio di 1.000 detenuti di Hamas, fra cui il leader attuale Yihia Sinwar. Un accordo analogo "potrebbe rivelarsi un disastro".

  

 

L'esercito israeliano ha intanto completato l'accerchiamento di Jabalya - ritenuta roccaforte di Hamas nel nord della Striscia - ed ora è pronto "ad allargare i combattimenti". Alla periferia di Jabalya sono stati trovati "tre imbocchi di tunnel con terroristi di Hamas nascosti all'interno, che sono stati distrutti".