Macron - foto Ansa 

Parigi

La fronda diplomatica scrive una nota: Macron è troppo filo israeliano, rovina la Francia

Mauro Zanon

Le Figaro rivela informazioni della "nota della dissidenza": "c'è una perdita di credibilità e di influenza del paese, e constata la pessima immagine del nostro paese nel mondo arabo

La scorsa settimana, alla vigilia della conferenza umanitaria organizzata a Parigi per coordinare gli aiuti umanitari della comunità internazionale ai civili palestinesi, un articolo del Monde aveva raccontato il malessere di una parte dell’alta diplomazia francese verso la posizione tenuta del presidente della Repubblica Emmanuel Macron nei confronti del Vicino Oriente. Una posizione giudicata troppo filo israeliana da alcuni diplomatici del Quai d’Orsay, e in particolare dai funzionari della direzione dell’Africa del nord e del medio oriente (Anmo), che hanno il contatto diretto con i paesi della regione, soprannominata la “rue arabe” al ministero degli Esteri. Ieri, i contenuti di una nota confidenziale rivelata dal Figaro hanno confermato non solo i mal di pancia, ma l’esistenza di una fronda diplomatica contro Macron. Indirizza all’Eliseo e al Quai d’Orsay, la nota è stata scritta da una decina di ambasciatori francesi in medio oriente e in alcuni paesi del Maghreb.

“Questi ambasciatori affermano che la nostra posizione in favore di Israele dall’inizio della crisi è incompresa in medio oriente e che è in rottura con la nostra posizione tradizionalmente equilibrata tra israeliani e palestinesi”, ha detto al Figaro in forma anonima un alto diplomatico, che ha letto la “nota della dissidenza” (così la definisce). Il comportamento di Macron, secondo gli ambasciatori, sta provocando una “grave” crisi di fiducia tra la Francia e il medio oriente, che rischia di essere “duratura”. La nota, secondo quanto riportato dall’alto diplomatico, “stabilisce una perdita di credibilità e di influenza della Francia, e constata la pessima immagine del nostro paese nel mondo arabo” dal 7 ottobre scorso. Le conseguenze di questa crisi si fanno già sentire: dall’inizio della guerra, alcuni ambasciatori francesi non avrebbero più accesso ai circoli decisionali dei paesi in cui ricoprono la loro funzione. Uno di loro avrebbe addirittura ricevuto delle minacce di morte.

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