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Editoriali

“Attaccare un ebreo significa cercare di colpire la République”, dice Macron

Redazione

"Saremo spietati contro gli odiatori". Così si è espresso il presidente francese riguardo ai recenti episodi di antisemitismo che hanno coinvolto il paese

Da quando è stato eletto alla presidenza della Repubblica francese, Emmanuel Macron non aveva più messo piede all’interno del Grand Orient de France, ossia dell’obbedienza massonica maggioritaria in Francia. Lo ha fatto ieri, in occasione del 250esimo anniversario della loggia, per rafforzare i rapporti con una famiglia di pensiero che resta molto influente nei circoli del potere parigino e si è sentita trascurata in questi anni. L’obiettivo principale, secondo le parole dell’entourage del presidente, era quello di “manifestare la riconoscenza della République al Grand Orient de France e a quello che ha rappresentato nella storia del nostro paese”. Ma l’attuale contesto geopolitico ha spinto l’inquilino dell’Eliseo a esprimersi anche su questioni più urgenti, a partire dalla recrudescenza dell’antisemitismo.

“Attaccare un ebreo significa sempre cercare di colpire la République”, ha dichiarato il presidente francese: “È riapparso l’antisemitismo, nelle parole e sui muri. Si mostra senza paura, senza vergogna. Saremo spietati dinanzi ai propagatori di odio”. Poi, in una chiara allusione al Rassemblement national, il partito di Marine Le Pen, ha messo in guardia quelli che “dicono di sostenere i nostri compatrioti di confessione ebraica confondendo il rifiuto dei musulmani e la solidarietà verso gli ebrei”. Ma anche la France insoumise e tutti quelli che “preferiscono restare ambigui sulla questione dell’antisemitismo per compiacere nuovi comunitarismi”. Il presidente francese era atteso, inoltre, sulla delicata questione del fine vita. Davanti al Grand Orient de France, favorevole a un nuovo testo legislativo che avvicini la Francia al modello belga, Macron ha assicurato che “il diritto di morire nella dignità” sarà oggetto di una “legge di libertà e di rispetto”. Non si è esposto sull’“assistenza attiva a morire” né sul calendario, ma ha elogiato due politici massoni come Henri Caillavet e Pierre Simon, che difesero il “diritto di morire nella dignità”.