Editoriali

L'Ue si spacca su Gaza e i suoi avversari ne traggono una lezione sull'Ucraina

L’unità dei ventisette sul medio oriente è durata meno di ventiquattro ore. Giovedì si erano messi d'accordo, venerdì all'Onu hanno votato in tre modi diversi. Sabato l'Austria ha bacchettato Borrell per le sue continue accuse a Israele. Il risultato è la totale irrilevanza di Bruxelles nella seconda guerra ai suoi confini

L’unità dell’Unione europea sul medio oriente è durata meno di ventiquattro ore. I capi di stato e di governo dell’Ue giovedì sera si erano messi d’accordo su un testo che afferma il diritto di Israele di difendersi e chiede “corridoi umanitari e pause per necessità umanitarie” a Gaza. Il compromesso ricalca la linea di Germania e Italia, che non vogliono legare le mani a Israele con appelli al cessate il fuoco che andrebbero solo a vantaggio di Hamas. Dodici ore dopo il presidente francese, Emmanuel Macron, ha chiesto una “tregua umanitaria”. Ventiquattrore dopo, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Ue ha votato in tre modi diversi su una risoluzione presentata dalla Giordania per chiedere una pausa umanitaria, senza riconoscere il diritto di Israele di difendersi. Otto stati membri (Belgio, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna) hanno votato a favore. Quattordici (Bulgaria, Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Germania, Italia, Grecia, Bulgaria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia) si sono astenuti. Quattro (Austria, Croazia, Repubblica ceca e Ungheria) hanno votato contro. Un’altra prova di disunità è arrivata sabato, quando il ministro degli esteri austriaco, Alexander Schallenberg, ha richiamato all’ordine l’Alto rappresentante, Josep Borrell, per aver oltrepassato la linea concordata al Consiglio europeo con le sue continue accuse a Israele di violare il diritto internazionale umanitario. 

   

Lo spettacolo del settimana si somma alla cacofonia di Ursula von der Leyen, pronta a portare un sostegno incondizionato a Israele, e Charles Michel, desideroso di non compromettere le relazioni con il mondo arabo.

 

Il risultato è la totale irrilevanza dell’Ue nella seconda guerra ai suoi confini. Gli avversari dell’occidente ora sanno che l’unità sull’Ucraina non fa una politica estera unita e coerente dell’Ue. Russia, Cina e Iran avranno gioco facile a sfruttare a proprio vantaggio le divisioni dei ventisette.