IL RULLO DEL FOGLIO

Blinken incontra Netanyahu: "L'America vi difenderà sempre"

Il segretario di stato americano è in Israele per incontrare il premier, domani la visita al presidente palestinese. Sale il numero delle vittime mentre l'esercito si prepara all'offensiva via terra a Gaza

   Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele


 

In Francia il ministro Darmanin ha chiesto di vietare le manifestazioni pro Hamas

Il ministro francese dell'Interno, Gerald Darmanin, ha chiesto ai prefetti di vietare tutte le "manifestazioni filo-palestinesi" in Francia. "Le manifestazioni filo-palestinesi devono essere vietate perché suscettibili di generare disturbi all'ordine pubblico - ha detto Darmanin - L'organizzazione di queste manifestazioni vietate deve dar luogo ad arresti". Il ministro ha quindi sottolineato che i cittadini "stranieri autori" di eventuali reati "devono vedersi sistematicamente revocato il permesso di soggiorno ed attuata senza indugio la loro espulsione". Darmanin ha infine ricordato la necessità di assicurare "una protezione sistematica e visibile di tutti i luoghi frequentati dai francesi di fede ebraica" a partire da sinagoghe e scuole.

Blinken incontra Netanyahu: "Vi difenderemo sempre"


Gli Stati Uniti “sono al fianco di Israele, vi difenderemo sempre”. Lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken nel corso di una conferenza stampa congiunta con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Tel Aviv. “Questo è il messaggio che porto con me da parte di Biden”, ha aggiunto Blinken, garantendo che all’interno del congresso c'è “un supporto bipartisan per Israele”. E “siamo qui per sostenere e supportare Israele e il vostro governo".

"Non c'è alcuna giustificazione per le atrocità che abbiamo visto” commesse da Hamas contro Israele, perché è stato commesso “un male difficile da immaginare”, ha detto ancora il segretario di stato. "Bisogna condannare senza ambiguità il terrorismo". In un altro passaggio, Blinken ha confermato che gli Stati Uniti stanno “fornendo munizioni a Israele, oltre ad altri aiuti per la difesa” e che forniranno "altri armamenti e altri supporti per aiutare a proteggere la popolazione. Abbiamo messo a disposizione nel Mediterraneo la più grande portaerei mai realizzata e pronta ad aiutarvi”, ha aggiunto, promettendo che “finché gli Stati Uniti esisteranno, aiuteranno Israele”.

Il segretario ha anche spiegato che sono in corso “sforzi diplomatici per risolvere quanto prima e quanto meglio la questione spinosa degli ostaggi”. Nell'attacco di Hamas 25 cittadini americani sono stati uccisi. 

"Davanti a noi ci saranno molti giorni difficili, ma non ho dubbi che le forze della pace e della civiltà riusciranno a vincere ancora una volta”, ha detto infine il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Hamas va trattato nello stesso modo in cui noi siamo stati trattati noi”.



    
Blinken arriva a Tel Aviv

Questa mattina, il segretario di stato americano Antony Blinken è arrivato in Israele, dove è stato accolto dal ministro degli esteri Eli Cohen, a Tel Aviv. In mattinata il segretario degli Stati Uniti avrà un incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e altri alti funzionari per ribadire la vicinanza americana alla causa di Israele.

Blinken è giunto a Tel Aviv per portare il sostegno americano e gestire la questione dei cittadini americani dispersi: almeno 17 risultano dispersi, compresi alcuni tenuti in ostaggio da Hamas, mentre 22 sono stati uccisi, riporta il Washington Post. "Porto un messaggio molto semplice e chiaro a nome del presidente degli Stati Uniti e a nome del popolo americano, e cioè che gli Stati Uniti sono al fianco di Israele", ha detto prima di partire.

Secondo quanto riferito da un funzionario palestinese e riportato dalla Bbc, domani Blinken incontrerà anche il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, il quale ha dichiarato la sua opposizione agli eventi recenti perpetrati dai Hamas. 

Dopo i suoi incontri, il segretario di stato proseguirà verso la Giordania e altri paesi della regione per proseguire il suo lavoro diplomatico. 


 

Negli Stati Uniti | Biden promette sostegno massimo a Israele, Trump dice che Netanyahu è una delusione

Donald Trump attacca Benjamin Netanyahu. "Ci ha deluso", ha detto l'ex presidente davanti ai suoi sostenitori, nel corso di un evento in Florida, accusando il premier israeliano di non aver supportato gli Stati Uniti durante l'attacco con i droni che nel 2020 portò all'uccisione di Qasem Soleimani, uno dei leader militari iraniani, dei Guardiani della rivoluzione. "È stata una cosa davvero terribile", ha aggiunto Trump, sempre riferendosi all'atteggiamento di Netanyahu. 

In un altro passaggio, l'ex presidente  americano e in corsa per una nuova condidatura,  si è definito "il migliore amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”. Mentre Biden -  considerato “grossolanamente incompetente" e responsabile per questa guerra -  "ha consegnato Israele ai jihadisti assetati di sangue”.  Questa mattina, il Tycoon ha rincarato la dose parlando a Fox News, ribadendo che Netanyahu "non era preparato e Israele non era preparato. Sotto Trump non sarebbero stati impreparati".  Mentre l'attuale ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, "è un idiota". 

Le parole di Trump sono arrivate a poche ora da quelle del presidente americano Biden, che in un discorso ha assicurato il massimo sostegno al popolo israeliano: "Siamo al fianco di Israele. E faremo in modo che Israele abbia tutto ciò di cui ha bisogno per prendersi cura dei suoi cittadini, difendersi e rispondere a questo attacco. Non esiste alcuna giustificazione per il terrorismo. Non ci sono scuse. Hamas non rappresenta il diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione.  Il suo scopo dichiarato è l’annientamento dello stato di Israele e l’uccisione del popolo ebraico."


 

I tentativi di mediazione dell'Italia: Tajani in Egitto, Meloni sente Emirati e Qatar

L'Italia ha sposato la linea del sostegno agli sforzi diplomatici degli americani. Ieri Giorgia Meloni ha parlato con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan e con l’emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani. A entrambi la premier ha espresso la preoccupazione per un’escalation del conflitto israelo-palestinese e si è detta pronta a sostenere gli sforzi in corso di mediazione per il rilascio degli ostaggi. 

Nel frattempo il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato in Egitto per chiedere l'apertura di corridoi umanitari. Centrale è il valico di Rafah, l’unico che collega la Striscia di Gaza al resto del mondo, fino a mercoledì ancora chiuso: il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi non vuole rischiare un’invasione di palestinesi in Sinai. 

 

 


 

La conta dei morti e l'assedio a Gaza

Secondo gli ultimi aggiornamenti delle autorità, gli attacchi di Hamas iniziati sabato scorso hanno ucciso almeno 1.300 persone in Israele e ne hanno ferite circa 3.300. Secondo i funzionari palestinesi gli attacchi israeliani a Gaza hanno ucciso circa 1.200 persone e ne hanno ferito circa 5.700.

Non si hanno invece notizie sulle sorti degli ostaggi, tra cui tre cittadini italo-israeliani. La minaccia di Hamasì è quella di "giustiziare" un ostaggio per ogni volta che un attacco aereo israeliano uccide civili senza preavviso. 

Intanto Gaza è rimasta senza elettricità, cibo e acqua e il ministro israeliano dell'Energia Israel Katz dice che l'assedio continuerà finché non verranno rilasciati gli ostaggi israeliani. L'incursione via terra che l'esercito israeliano sta preparando non è ancora iniziata, ma mentre continuano gli attacchi aerei sul confine sono stati schierati decine di migliaia di soldati. 

 

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