Foto Epa, via Ansa

Editoriali

Un altro gasdotto sabotato e i sospetti verso Putin

Redazione

La falla che ha provocato la chiusura del Connettore Baltico, che collega la Finlandia all’Estonia, potrebbe essere stata provocata da un sabotaggio. Il principale sospettato è la Russia 

La falla che domenica ha provocato la chiusura del gasdotto Connettore Baltico, che collega la Finlandia all’Estonia, potrebbe essere stata provocata da un sabotaggio e il principale sospettato è la Russia di Vladimir Putin. “E’ probabile che i danni causati al gasdotto e al cavo di telecomunicazioni siano il risultato di un’attività esterna”, ha detto il presidente finlandese, Sauli Niinistö, dopo le prime indagini. Il primo ministro, Petteri Orpo, ha improvvisato una conferenza stampa, rassicurando sulla sicurezza degli approvvigionamenti energetici e invitando a “non saltare troppo presto a conclusioni” in attesa della fine dell’inchiesta. Nessun responsabile pubblico ha puntato direttamente il dito contro Mosca. Ma, secondo il giornale Iltalehti, gli apparati di sicurezza finlandesi sospettano che la Russia sia responsabile.

Non è solo la coincidenza con il compleanno di Putin (sabato): la Sibiryakov, una nave di ricerca russa, era attiva nel Golfo di Finlandia nelle settimane precedenti la scoperta della falla nel Connettore Baltico. La Sibiryakov era già diventata famosa per aver operato attorno a Nord Stream insieme ad altre navi fantasma russe, prima che questo gasdotto saltasse per aria poco più di un anno fa. Se il responsabile del sabotaggio a Nord Stream non è stato ancora individuato (i tedeschi guardano all’Ucraina, i paesi nordici alla Russia), i sospetti di un coinvolgimento russo sul Connettore Baltico sono stati sufficienti da chiamare in causa la Nato.

Il segretario generale, Jens Stoltenberg, oggi ha annunciato che l’Alleanza è “pronta a sostenere gli alleati coinvolti”. La Finlandia è diventata un paese membro dallo scorso aprile. L’Estonia lo è da tempo, In passato Stoltenberg aveva detto chiaramente che un attacco contro un’infrastruttura strategica sarebbe stato considerato come un attacco alla Nato. Prima che salti il prossimo gasdotto o cavo sottomarino, bisognerebbe farlo capire a Putin. La deterrenza passa dalla preparazione di una risposta all’altezza.

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