Foto Ansa

negli stati uniti

I repubblicani contro Trump. Parla Conway

Giulio Silvano

L'ex presidente è una “minaccia per la democrazia americana”, ci dice il direttore del Republican Accountability Project (Rap), iniziativa politica lanciata nel 2020 col nome Republican Voters Against Trump

A volte sembra che i più arrabbiati con Donald J Trump non siano i progressisti intellò dell’East Coast, ma quei repubblicani che hanno visto il proprio partito mangiato dal populismo, quei conservatori che sentono la mancanza del moderatismo bipartisan dei Bush e dei McCain. Non è facile oggi essere un repubblicano anti-Trump se si vanno a vedere i numeri. I vari Haley, Pence e Christie non stanno riuscendo a scalfire l’immagine dell’ex presidente, non funzionano né gli attacchi sulla sua eredità politica, né sui suoi guai giudiziari. “Trump non ha rispetto per la nostra democrazia, per lo stato di diritto e per la Costituzione. Questi erano i principi guida del Partito repubblicano. Il GoP era dalla parte della verità, mentre Trump ha alimentato la sua carriera politica su menzogne e ipocrisia. Il partito una volta era contro i despoti autoritari, Trump vuole diventarne uno”, dice al Foglio John Conway, direttore del Republican Accountability Project (Rap), iniziativa politica lanciata nel 2020 col nome Republican Voters Against Trump. Per le presidenziali di tre anni fa il gruppo riunì ex trumpiani e figure di punta conservatrici, oltre a investire dieci milioni di dollari per convincere l’elettorato repubblicano a non votare per il candidato del partito. E di nuovo, per il 2024, dice Conway, “abbiamo in programma di fare tutto il possibile per assicurare che gli americani sappiano che Trump è una vergogna, un ex presidente con due impeachment che ha causato l’insurrezione del 6 gennaio, e che al momento deve affrontare 91 incriminazioni federali, e che è un pericolo per la nostra democrazia”. Meglio un democratico come Biden, in attesa che torni qualcuno a salvare il partito. Ma sui vari candidati alle primarie il Rap non vuole ancora schierarsi. Non è questione di appoggiare qualcuno, ma di unire le forze contro un candidato indesiderato. “Nel 2020 i funzionari del governo che hanno visto da vicino quanto fosse pericoloso Trump hanno avuto il coraggio di dire la verità al popolo americano. Speriamo che altre figure che in privato sono preoccupate per un’altra presidenza Trump abbiano lo stesso coraggio”. 

Il Rap fa parte di un progetto più ampio, Republicans for the Rule of Law, fondato da neocon di punta come Bill Kristol e Sarah Longwell, che di recente ha anche dato vita al gruppo Republicans for Ukraine, cercando di combattere l’ideologia “America first!” che anima parte della destra americana contraria agli aiuti all’Ucraina. “Il problema non è solo l’uomo Trump, ma anche le forze che ha rilasciato dentro al partito. La menzogna che le elezioni del 2020 siano state rubate ha causato un grande danno alla nostra democrazia”, spiega Conway. “La bugia parte da Trump, è vero, ma altri, sia ex sia politici in carica, oltre a personalità dei media conservatori, hanno rifiutato di dire la verità agli americani per paura, e per un senso di malriposta fedeltà a Trump. E’ uno dei motivi principali per cui siamo in questa situazione”, dice Conway. 

Dopo l’attacco a Capitol Hill, deputati e senatori repubblicani “avrebbero potuto condannare Trump, durante il secondo impeachment. Ma si sono rifiutati. La loro strategia sembra essere ‘ci libereremo di Trump quando muore, dobbiamo solo aspettare’. E stanno di nuovo mettendo a rischio la democrazia”. Alcuni hanno parlato del pericolo di un terzo partito nelle schede elettorali, un partito personale, se mai Trump fosse stato cacciato dal GoP, cosa che avrebbe fatto automaticamente vincere i dem. Cacciarlo è troppo rischioso. Però nelle elezioni di metà mandato  di novembre 2022 si è visto il fallimento dei candidati più estremisti scelti dall’ex presidente. “Sappiamo che in quell’occasione molti elettori repubblicani hanno lasciato il partito o hanno abitualmente votato contro candidati Maga. Si continuano a considerare repubblicani, ma finché il partito non ripristina i suoi valori tradizionali e conservatori” questi elettori sono persi. Secondo gli studi che il Rap ha effettuato su vari focus group di elettori repubblicani, “è chiaro che molti nel partito vedono ancora positivamente Trump, non lo considerano responsabile per il 6 gennaio, e pensano che indagini e processi siano una caccia alle streghe politica”, dice Conway. 

Martedì il giudice Arthur Engoron ha condannato l’ex presidente per frode, per aver ingigantito di fronte a banche e assicurazioni i propri asset nella costruzione del suo impero immobiliare, e ci si chiede quanto questo possa rovinare l’immagine da tycoon che tanto ha contribuito a farlo diventare una figura centrale dell’anti-politica. Ma Trump è così sicuro di vincere alle primarie che non si è presentato nemmeno al secondo dibattito repubblicano in California. 

Di più su questi argomenti: