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il progetto

Come funziona Progressif Media, la fornace francese degli influencer sovranisti

Mauro Zanon

Un’inchiesta ha messo in luce i legami tra la società di comunicazione e certi ambienti identitari. Tutto è orientato a rafforzare il piano di “Fox News” francese perseguito da Bolloré, che nel 2022 ha acquisito quote nella compagnia

Parigi. Dell’impero di Vincent Bolloré, magnate bretone a capo del colosso dei media e delle comunicazioni Vivendi, è un elemento discreto ma essenziale. Si chiama Progressif Media ed è una società di comunicazione di cui l’uomo d’affari e azionista di Tim e Mediaset ha comprato una quota dell’8,5 per cento nel gennaio 2022, che apparteneva alla fondazione cristiana ZeWatchers. “Vivendi continua i suoi investimenti per costruire, a livello mondiale, un gruppo di contenuti, di media e di comunicazione”, indicò in un comunicato Vivendi, che già detiene Havas Media, mastodonte nel campo del marketing e della com. Nello stesso comunicato, il gruppo di Bolloré spiegò in nuce il motivo dell’acquisto, ossia “accompagnare un operatore e un promotore di prodotti e servizi incentrati sul miglioramento delle persone e il loro impegno in favore del bene comune”. Ma dietro le parole ben ponderate del comunicato di Vivendi, si nasconde un mondo che rima con destra radicale. Un’inchiesta di Frontal, la nuova cellula d’inchiesta di Libération che stana le derive del sovranismo francese, ha messo in luce i legami tra Progressif Media e certi ambienti identitari, e in che modo questa agenzia di comunicazione è diventata una fornace di influencers del Bolloré-pensiero.

 

Lanciata nel 2011 dall’imprenditore David Bonhomme, la società conta una trentina di dipendenti e ha oggi i suoi uffici nel Vivendi Village di rue de Penthièvre, nel centralissimo Ottavo arrondissement di Parigi. “Il progetto prevede che gli influencer che formeremo abbiano accesso al suo impero mediatico”, ha dichiarato David Bonhomme in una riunione interna, di cui Libé ha potuto ascoltare la registrazione. Concepire e mettere in pratica delle campagne di influenza allineate a ciò che pensa e vuole Bolloré, dunque, e alimentare in questo modo le guerre culturali antiprogressiste, il vero motore dei media del suo gruppo, ossia di Canal Plus e dei suoi canali: tutto è orientato a rafforzare il suo piano di “Fox News” alla francese. Ma chi sono e chi sono stati i clienti di Progressif Media? L’agenzia di Bonhomme ha  realizzato il sito di Génération identitaire, ossia del gruppuscolo dell’estrema destra violenta che è stato dissolto nel 2021 dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Ha editato il magazine Rgnr dello youtuber complottista Thierry Casasnovas, guru delle “cure miracolo” a base di centrifughe, incriminato lo scorso marzo per “esercizio illegale della medicina” e “truffa”. Ha partecipato allo sviluppo dell’applicazione Canto, diretta da ex militanti radicali e il cui repertorio, tra i vari motivetti tradizionali, conta anche alcuni canti militari del Terzo Reich. La difesa del “bene comune” evocato nel comunicato di Vivendi del 2022 consiste per esempio nell’incollare adesivi contro l’aborto sulle bici pubbliche di Parigi e di Lione, operazione rivendicata dall’associazione Les Survivants, fondata da Emile Duport, attuale direttore generale di Progressif Media. “Da quando Bolloré ha acquistato una quota, ho visto arrivare nuovi progetti, per esempio per Les Survivants o contro l’eutanasia”, ha riferito a Libé una fonte che lavora per l’agenzia. Un altro progetto, chiamato Paraffine e orchestrato da Progressif Media, è nato per organizzare masterclass a destinazione degli imprenditori e dei responsabili delle risorse umane, con l’obiettivo di sensibilizzarli alla lotta contro il progressismo, contro quelle “ideologie provenienti dall’estero”, così vengono definite, che sarebbero l’antirazzismo, l’antisessismo e la battaglia contro le Lgbtfobie. C’è infine il programma Victor Hugo, “un dispositivo pubblicitario, intellettuale, culturale e economico per contrastare gli effetti del wokismo”, descritto come “una patologia sociale”. Secondo un documento confidenziale consultato da Libé, con il progetto Victor Hugo, Bolloré vuole aumentare la sua influenza nel dibattito pubblico anche attraverso la moltiplicazione di appelli e lettere aperte firmati da personalità come Natacha Polony, giornalista sovranista alla guida di Marianne, Pascal Praud, anchorman del canale reazionario Cnews, Papacito, influencer di estrema destra e youtuber, Dieudonné, il comico antisemita, e soprattutto Éric Zemmour, presidente di Réconquête, colui che il magnate bretone sogna all’Eliseo nel 2027. Fra i dipendenti di Progressif Media, figurano Vivien Hoch, fondatore del comitato Trump France, ma anche Georges Matharan, altro youtuber di estrema destra, content manager del polo Influence dell’agenzia. Secondo una fonte di Libé, Matharan “è talmente di estrema destra che alcuni non vogliono sedersi accanto a lui a pranzo”.

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