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In Francia

Chi è Geoffroy Lejeune, il sicario di Bollorè

Mauro Zanon

L’autoritario megafono dello zemmourismo che al Journal du dimanche, del quale è stato nominato direttore, non vogliono

E’ più un politico che un giornalista, un agit-prop della destra identitaria e delle sue ossessioni, uno che quando era alla direzione di Valeurs Actuelles, l’ex magazine liberal-conservatore diventato megafono dello zemmourismo, aveva trasformato la redazione in una sorta di setta, dove lui era il guru da venerare e i giornalisti erano semplici devoti. E chi si ribellava al grande capo? Veniva licenziato o finiva ai margini della rivista, in una sorta di gruppo periferico, di cattivi discepoli, che non aveva accesso al “noyau dur”, al nucleo centrale di Valeurs Actuelles e alle sue decisioni. Geoffroy Lejeune, figlio di un legionario, 35 anni il prossimo settembre, è stato nominato lo scorso 23 giugno direttore del Journal du dimanche (Jdd), il giornale della domenica, un’istituzione nata nel 1948 che ha sempre avuto una linea moderata e centrista, ma che ora potrebbe sterzare a destra, radicalmente a destra. Il 9 luglio, per la terza domenica consecutiva, il Jdd era assente dalle edicole, a causa dello sciopero della redazione che si rifiuta di essere guidata “da un uomo le cui idee sono in contraddizione totale con i valori del giornale” e non ha intenzione di riprendere a lavorare fino a quando, in un modo o nell’altro, non verrà annullata la nomina. “Dall’inizio della nostra azione, numerose personalità e organizzazioni ci hanno pubblicamente testimoniato il loro sostegno. Ma fatta eccezione per qualche rara manifestazione di solidarietà da parte dei ministri (il riferimento è alla ministra della Cultura, Rima Adbul-Malak, e al portavoce dell’esecutivo, Oliver Véran, ndr), è prevalsa la discrezione da parte del governo, che sembra dunque aver avallato questo nuovo colpo assestato all’indipendenza della stampa. La redazione del Jdd morirà in silenzio?”, ha scritto in una lettera su Ouest-France la redazione del settimanale, invocando un intervento del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per risolvere quello che è stato ribattezzato il dossier Lejeune-Bolloré. Perché a chiamare l’ex direttore di Valeurs Actuelles sarebbe stato proprio il magnate bretone e fondatore di Vivendi, Vincent Bolloré, proprietario del Jdd attraverso il gruppo Lagardère.
 

La carriera di Geoffroy Lejeune
“A Les Jours diciamo spesso che Bolloré è un serial killer delle redazioni. Ed è veramente così”, ha detto a France Info Isabelle Roberts, fondatrice del giornale online Les Jours. E Geoffroy Lejeune è il suo nuovo “sicario”. Secondo diverse fonti sentite dal Foglio, a Valeurs Actuelles faceva più politica che giornalismo. Un modus operandi che ha provocato aspre divergenze, fino alla decisione di cacciarlo, con l’azionista di maggioranza e proprietario del gruppo editoriale Valmonde, il miliardario franco-libanese Iskandar Safa, contrario alla linea editoriale di estrema destra imposta da Lejeune, e più precisamente alla “zemmourizzazione” del giornale. All’origine dell’allontanamento, tuttavia, ci sarebbero state anche ragioni economiche. Tra il 2021 e il 2022, come riportato dal Monde, il settimanale della destra conservatrice francese ha perso il 10 per cento dei suoi centomila abbonati, la metà dei visitatori del sito, da 4 a 2 milioni, e ha registrato un crollo della pubblicità e delle vendite in edicola.
 
Dopo aver mosso i primi passi come stagista al settimanale di riferimento del liberalismo francese, Le Point, entra a Valeurs Actuelles, dove in poco tempo viene collocato a capo del servizio politico. A 27 anni, nel 2016, diventa il più giovane direttore di una testata francese. L’anno successivo, dedica un libro (“Une éléction ordinaire: politique fiction”) a quello che considera come il suo “mentore” e che in un’intervista televisiva definì “un faro nella notte”, Éric Zemmour, all’epoca ancora giornalista del Figaro, spingendolo a candidarsi alle elezioni presidenziali. Nel 2021, Lejeune pubblica il secondo, a poche settimane dalla candidatura effettiva di Zemmour all’Eliseo: “Zemmour Président, de la fiction à la réalité”. Una delle fonti consultate dal Foglio riassume con una metafora politica l’effetto Lejeune al Jdd: “Metterlo al vertice del Jdd è un po’ come nominare Zemmour primo ministro, mantenendo l’assetto del governo attuale”.