Keir Starmer (Ansa)

L'incontro

Starmer va all'Eliseo con la maglietta “Macron”. I punti in comune

Mauro Zanon

Il leader labourista si scopre simile in molti aspetti al presidente francese. E dopo le visite in Olanda e Canada, continua a Parigi la costruzione della sua leadership, la sua presentazione sul palco internazionale, con la promessa di essere il prossimo protagonista del progressismo

Parigi. Hanno molte cose in comune Keir Starmer, leader del Labour britannico e astro nascente della sinistra occidentale, ed Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, che ieri si sono incontrati a Parigi per mettere sui binari futuri progetti bilaterali. I punti in comune li  ha elencati l’Economist: entrambi si sono fatti le ossa nel centrosinistra, il primo come esponente moderato del Labour, il secondo come ex ministro dell’Economia di un presidente socialista (François Hollande); entrambi annoverano l’ex premier britannico Tony Blair tra gli interlocutori regolari e hanno un background lontano dalla politica, Starmer come avvocato, Macron come banchiere d’affari; entrambi, infine, sono stati pianisti da giovani e condividono una passione per i compositori tedeschi, in particolare per Beethoven. Ma si è dimenticato di una cosa l’Economist: l’amore per il calcio. Ieri, il capo dell’opposizione britannica si è presentato all’Eliseo con una maglietta dell’Arsenal, di cui è gran tifoso, con la scritta “Macron” e il numero 25, in riferimento al fatto che Macron è il 25esimo presidente della storia di Francia. Il capo dello stato francese ha consegnato a Starmer dei gemelli griffati présidence de la République, accogliendolo all’Eliseo per un bilaterale a porte chiuse di 45 minuti. 

 

“Hanno parlato della necessità di garantire la sicurezza economica ed energetica in Europa e hanno riaffermato la volontà di apportare un sostegno continuo all’Ucraina e al suo popolo”, hanno riferito fonti dell’Eliseo al termine del bilaterale. “Hanno infine evocato l’importanza di rafforzare la cooperazione tra la Francia e il Regno Unito affinché questo partenariato continui ad assicurare la prosperità e la sicurezza dei cittadini francesi e britannici”, hanno aggiunto le stesse fonti. Ai microfoni di Sky News, Starmer ha parlato di un incontro “positivo”, durante il quale sono state messe sul tavolo nuove “idee” per rafforzare le relazioni tra Londra e Parigi. “Abbiamo avuto una discussione molto politica, che ha riguardato diverse questioni di politica globale”, ha detto il leader dell’opposizione britannica a Sky News, prima di aggiungere: “Se avremo il privilegio di essere eletti al potere, intendo rendere questa relazione ancora più forte di quella attuale”. 

 

Dopo essere stato all’Aia, in Olanda, e a  Montreal, in Canada,  il leader del Labour britannico continua a Parigi la costruzione della sua leadership, la sua presentazione sul palco internazionale, con la promessa di essere la prossima stella del progressismo. Starmer, avanti di 15/20 punti secondo tutti i sondaggi rispetto ai Tory del premier britannico Rishi Sunak, è visto da Parigi come l’uomo su cui puntare per beneficiare di una nuova luce. “Per i Tory questa visita a Parigi è un pretesto per  dipingere Starmer come il leader politico che, in caso di elezione il prossimo anno, tradirà il popolo che ha votato per la Brexit. Dal punto di vista del Labour, il viaggio francese è una missione di riconoscimento della sua leadership, una prima missione esplorativa”, dice al Foglio Jon Henley, corrispondente per l’Europa del Guardian. “Bisogna sapere che, in questo momento, non è politicamente possibile per chiunque si trovi sulla scena politica inglese dire la verità sulla Brexit e sulle sue conseguenze, anche se è evidente a tutti che la Brexit stia contribuendo alla lenta discesa dell’economia britannica”, spiega Jon Henley, prima di aggiungere: “Sulla Brexit, Starmer ha potuto dire soltanto che il Labour proverà a rinegoziare il deal, a migliorare le relazioni con l’Unione europea. Ma non sarà facile concretizzare questo piano”. Secondo Henley, la Gran Bretagna, e lo stesso Starmer, non si sono ancora resi conto di “non essere più in una posizione tale da poter chiedere qualsiasi cosa all’Ue”. “C’è bisogno di un netto cambio di mentalità in Gran Bretagna. Se quest’ultima avrà qualcosa in più dall’Unione europea sarà soltanto perché l’Ue avrà un vantaggio da una nuova rinegoziazione. Londra dovrà offrire una contropartita conveniente a Bruxelles. L’Ue ha ben altri problemi da gestire in questo momento, dall’immigrazione da sud all’espansione a est, che pensare a rinegoziare i trattati con la Gran Bretagna”, afferma il corrispondente del Guardian. Quante possibilità ha Starmer di essere il prossimo inquilino di Downing Street? “Dopo gli anni burrascosi della Brexit, di Theresa May, di Boris Johnson e i pochi giorni di Liz Truss, ciò che cercano gli elettori britannici è un politico onesto, competente, e anche un po’ banale. Proprio come Keir Starmer”.

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