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In Gran Bretagna

Critica il gender, il numero due dei Verdi britannici è cacciato e fa causa

Giulio Meotti

Shahrar Ali cita in giudizio il partito che lo ha licenziato il 5 febbraio 2022 sulla scia delle lamentele degli attivisti secondo cui i suoi tweet sui diritti delle donne basati sul sesso erano “transfobici”

La politica inglese è nel caos sul gender. Una donna è “una femmina adulta”, aveva detto giorni fa Keir Starmer. Il leader laburista ha chiarito di non ritenere che la politica di autoidentificazione sia “la giusta via da seguire” e di ritenere che “il principio degli spazi sicuri sia molto importante per le donne”. Starmer si era precedentemente impegnato a modificare la legge per consentire ai trans di autodichiararsi di un genere, riflettendo i piani della leader scozzese Nicola Sturgeon successivamente bloccati dal premier Rishi Sunak. Tuttavia, il leader dell’opposizione ora ha affermato che il partito ha avuto “opportunità di riflettere” e ha aggiunto: “Non pensiamo che l’autoidentificazione sia la giusta via da seguire”. Starmer aveva anche detto che “è sbagliato dire che solo le donne hanno un utero”. A Rosie Duffield, deputata laburista di Canterbury, è stato “consigliato” di non partecipare alla conferenza laburista a Brighton per motivi di sicurezza. Il suo “crimine”? Essere critica del gender e difendere i diritti basati sul sesso delle donne, che si scontra con l’affermazione alla moda secondo cui “le donne trans sono donne”. Starmer non ha trovato nulla da dire su una propria parlamentare cacciata per le sue idee dalla conferenza del partito. Duffield è stata assalita su Twitter dopo aver messo un like a chi contestava un post della Cnn che si riferiva alle donne come “individui con una cervice”.

I Lib-Dem ora scelgono la strada opposta e questa settimana fanno sapere che “non solo le donne biologiche hanno le mestruazioni”. Non si capisce chi dovrebbe averle, a parte delle donne biologiche che si identificano poi come uomini, ma che restano donne. Intanto l’ex numero due dei Verdi ha citato in giudizio il partito per il suo licenziamento. Shahrar Ali è stato discriminato dal gruppo di sinistra quando è stato cacciato dopo aver dissentito sul gender. Il primo processo civile noto di questo tipo è iniziato ieri. Il partito dei Verdi ha rimosso Ali il 5 febbraio 2022 sulla scia delle lamentele degli attivisti secondo cui i suoi tweet sui diritti delle donne basati sul sesso erano “transfobici”. Ali ha detto al Sunday Times che il caso ha rappresentato “una battaglia per l’anima” dei Verdi, aggiungendo: “Ha completamente perso la sua strada. E’ diventato uno spazio opprimente per la libertà di parola. C’è una fanatica repressione del dibattito.” Aveva sostenuto che una donna è “definita come una femmina umana adulta e, geneticamente, caratterizzata da due cromosomi XX… questi fatti non sono in discussione”. Si domanda Debbye Hayton sullo Spectator: “I Verdi sono più interessati a proteggere i diritti trans che a salvare la terra”. Anche Andy Wightman si è dimesso da parlamentare dei Verdi in Scozia per aver detto che la campagna sul gender mina i diritti e l’identità delle donne. Liquidi, prima che verdi.