Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)

verso le Europee

Perché Weber e il Ppe sono pronti a tradire von der Leyen sul Green deal

Pietro Guastamacchia

Dietro la sfida sul piano ambientalista si nasconde la lotta per la leadership della prossima Commissione europea e la nascita di una possibile nuova maggioranza a Bruxelles. Così il voto sulla legge sul ripristino della natura, oggi a Strasburgo, rappresenta un passaggio chiave. Le strategie del Ppe

Strasburgo. Dietro la sfida sul Green deal europeo si nasconde la lotta per la leadership della prossima Commissione europea e la nascita di una possibile nuova maggioranza a Bruxelles. L’assalto dei popolari contro il testo dell’Ue sulla legge sul ripristino della natura, al voto questa mattina a Strasburgo, ha trasformato uno dei testi chiave della politica verde di Ursula von der Leyen in un voto di fiducia sul suo esecutivo e in un regolamento di conti con il capogruppo del Partito popolare europeo, il bavarese Manfred Weber. 

Per Pascal Canfin, liberale francese e presidente della commissione Ambiente dell’Eurocamera, “la strategia politica scelta da Weber è un attacco alla maggioranza di von der Leyen, una coalizione basata sullo spirito di compromesso tra socialisti, liberali e popolari”, spiega al Foglio. Per Canfin l’assalto di Weber mette a rischio  “il baricentro stesso della maggioranza Ursula e della governabilità europea” a un anno dalla fine della legislatura, con lo scopo di tentare di trovare una maggioranza alternativa a quella in carica “proponendone una che includa il Ppe e le destre europee dalla Lega a Le Pen”, aggiunge Canfin.

Il guanto di sfida lanciato alla presidente della Commissione europea avrebbe invece secondo altri origini ancora più lontane. Per il capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, “Weber ha visto von der Leyen prendersi il posto che lui riteneva suo nel 2019, e ora l’ha vista diventare uno dei più grandi presidenti della Commissione, forse sin dai tempi di Jacques Delors, e sa che questa è una traiettoria politica che lui non può più fermare”, racconta lo storico leader ambientalista belga.

La mossa di Weber ha mandato in agitazione il resto della maggioranza,  per arginare il blitz contro il Green deal europeo infatti Verdi e socialisti hanno invocato anche la presenza della paladina dell’ambiente Greta Thunberg, arrivata martedì mattina davanti al Parlamento europeo per un comizio improvvisato in cui ha fatto appello agli eurodeputati a non bocciare il testo accusando le destre “di segare via il ramo stesso su cui tutti siamo seduti”. La presenza dell’icona ambientalista però non ha intimidito Weber che, rinforzato dalla presenza dei trattori delle associazioni degli agricoltori, ha chiesto a gran voce proprio a Ursula von der Leyen di ritirare il testo e riaprire i negoziati sulle nuove norme, definendole “disastrose per tutti gli operatori del settore agricolo”. 

La volata di Weber verso le europee però deve passare ora da due tappe elettorali chiave: la prima settimana prossima in Spagna, dove è in cantiere una possibile alleanza proprio con le destre di Vox, e la seconda in autunno in Polonia. Alla salita verso il 2024 ora si è aggiunta anche la sfida elettorale olandese, dominata dal tema del Green deal con l’ascesa del Partito degli agricoltori. La ricerca di nuovi modelli per l’alleanza fa tappa obbligata in Italia, dove Weber sarà nuovamente il 15 luglio. “Non è un caso che Weber sia sempre più frequentemente a Roma, da Meloni, è quella maggioranza che lui vuole copiare”, dice la capogruppo delle sinistre, la francese Manon Aubry. Sul fatto che la maggioranza Meloni sia l’oggetto del desiderio di Weber concorda anche Canfin, “è coalizione Ursula contro modello Meloni: questa la partita che si gioca da qui alle europee”. Ma i modelli in campo potrebbero essere più di due, alla vigilia del voto infatti al leader dei popolari arriva anche un assist dalla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, eletta un anno e mezzo fa proprio da una maggioranza che ha aperto le porte a destra. Dalle colonne del Financial Times, Metsola  ha invitato i legislatori a “evitare di oltrepassare la linea invisibile tra le ambiziose politiche verdi e il sostegno dei cittadini per i cambiamenti imposti alle loro vite”. Per il verde Lamberts invece la battaglia di Weber getterebbe false promesse alle destre per poi imporre la sua agenda alla prossima commissione “che lui sa che sarà guidata da von der Leyen con la stessa maggioranza”. Un’ipotesi confermata dai sondaggi che al momento non sembrano presagire la possibilità di altri esecutivi. 

La riconferma di von der Leyen lascerebbe quindi le destre fuori dalla governance europea. Un’eventualità che però non spaventa il leghista Marco Zanni, che sottolinea come stare in maggioranza a tutti i costi “accettando supinamente agende politiche che non ci appartengono” non è una prerogativa. Per il capogruppo di Identità e democrazia la loro presenza nell’esecutivo europeo è “incompatibile con un eventuale bis di von der Leyen”. 
 

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