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editoriali

L'Ue ha uno strumento forte contro Putin e la Russia

Redazione

L’undicesimo pacchetto di sanzioni verso Mosca ha una novità importante e va usata: punisce i paesi terzi che aiutano il Cremlino a eludere il blocco sui mercati internazionali

L’Unione europea oggi ha adottato formalmente l’undicesimo pacchetto di sanzioni, oltre alle solite misure contro la Russia e i suoi oligarchi, contiene una novità importante. La Commissione e i ventisette stati membri si sono dati la possibilità di colpire i paesi terzi che aiutano la Russia a eludere le sanzioni, contribuendo al suo sforzo di guerra contro l’Ucraina. Da sei mesi, gli occidentali si sono accorti che paesi come il Kazakistan, gli Emirati Arabi Uniti, l’Armenia o la Turchia sono diventati piattaforme per le triangolazioni delle merci che la Russia non può più importare dall’Ue. Semiconduttori, droni, telecamere a raggi infrarossi, componenti per la fabbricazione di fucili o carri armati: i dati doganali mostrano un forte aumento delle esportazioni dall’Ue verso questi paesi terzi, che a loro volta riesportano verso la Russia. L’Ue ha provato a reagire con le buone. A dicembre ha nominato un inviato speciale sulle sanzioni, David O’Sullivan, che ha fatto il giro delle capitali per convincere i paesi terzi a collaborare. I risultati sono limitati.

 

L’Ue ha così deciso di inserire nella sua lista nera diverse società con sede a Hong Kong, in Uzbekistan, negli Emirati Arabi Uniti, in Siria e in Armenia che forniscono materiale al complesso militare e industriale della Russia. E’ un primo avvertimento. Se l’Ue constaterà che in un determinato paese l’elusione delle sanzioni ha “carattere sistemico”, potrà vietare la vendita e l’esportazione di beni e tecnologie sensibili verso questo paese. Il cosiddetto “strumento anti elusione è la vera novità dell’undicesimo pacchetto. I negoziati sono stati difficili: gli europei sono allergici alle sanzioni extra-territoriali stile Stati Uniti e hanno già detto che sarà uno strumento di ultima istanza, da usare solo se il dialogo fallirà. Ma, se vuole essere presa sul serio, l’Ue deve iniziare a punire quei paesi che stanno consentendo a Vladimir Putin di proseguire la guerra di aggressione contro l’Ucraina.

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