Kyrylo Budanov con Jens Stoltenberg (LaPresse)

La maratona ucraina

A Ramstein gli alleati di Kyiv rinnovano armi e impegno a lungo termine

Paola Peduzzi

Voci russe dicono che Budanov, il capo dell’intelligence di Zelensky, sarebbe stato colpito in un attacco missilistico e ricoverato “in gravi condizioni”, ma non ci sono conferme da parte ucraina. Dettagli sulla controffensiva

L’agenzia di stampa del Cremlino Ria Novosti ha detto ieri che il capo dell’intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, è stato colpito in un attacco missilistico delle forze russe ed è ricoverato “in gravi condizioni” in un ospedale militare tedesco a Berlino. “Un missile russo ha colpito l’ufficio vicino a quello dove era presente Budanov”, il 29 maggio scorso, scrive Ria, dicendo di aver appreso la notizia da fonti dell’intelligence militare ucraina: Budanov sarebbe stato tirato fuori dalle macerie, trasportato da un’eliambulanza delle forze ucraine fino alla base militare di Rzeszow, in Polonia, e da lì portato in aereo in Germania. Non ci sono conferme ufficiali né ufficiose da parte ucraina, quindi per il momento il ferimento di Budanov, che è uno degli uomini più importanti di Kyiv, è soltanto una notizia dell’agenzia russa Ria che fa parte dello stesso conglomerato cui appartiene l’emittente Sputnik e che è un organo di propaganda del Cremlino.

 

E’ da un paio di settimane che sui canali telegram e sui social filorussi gira la domanda: che fine ha fatto Budanov? Quattro giorni fa, il governo ucraino ha pubblicato un video di trenta secondi in cui il capo dell’intelligence militare fissa la telecamera e non dice niente: il silenzio è una tattica comunicativa che caratterizza questa nuova fase di controffensiva ucraina – una tattica che sta funzionando visto che sono più i media russi che quelli ucraini a parlare della controffensiva. Ma proprio questo video è stato utilizzato dai troll filorussi per dire: non parla perché è morto. Il fatto che Budanov sia stato ferito non può naturalmente essere escluso, ma poco tempo fa sempre l’agenzia Ria, ripresa da media e account filorussi, aveva parlato del ferimento sul fronte del comandante in capo delle forze ucraine, il generale Valeriy Zaluzhny, finora non confermato: anche qui, se si cerca la notizia si ritrovano soltanto commenti livorosi sulla sua presunta morte che sarebbe nascosta dal governo di Kyiv per non mostrare che la controffensiva sta andando male all’Ucraina.

 

Kyiv parla poco, ma qualcosa dice: il vicecapo di stato maggiore, Oleksii Hromov, ha detto a un incontro con la stampa che le Forze armate ucraine hanno liberato cento chilometri quadrati di territorio occupato dai russi nell’ultima settimana nella regione orientale del Donetsk e in quella meridionale di Zaporizhzhia. Anche sul fronte della controffensiva ieri circolava una notizia che non è stata confermata: cento soldati russi sarebbero stati uccisi in un attacco ucraino vicino a Kreminna, nella regione di Luhansk. I blogger militari russi hanno discusso e preso molto male questa indiscrezione perché sembra che questo gruppo di soldati sia rimasto per due ore ad aspettare un comandante che voleva fare loro un discorso motivazionale – un tempo troppo lungo in cui i militari sono stati localizzati e colpiti.

 

Gli esperti dicono che si tratta di una fase della guerra molto nervosa, in cui molte informazioni non possono essere verificate – così la propaganda prospera – ma gli alleati dell’Ucraina riuniti ieri nella base tedesca di Ramstein sono sembrati rassicurati dal resoconto del ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov. Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha aperto i lavori del gruppo di contatto sulla Difesa (formato da una cinquantina di paesi) ribadendo che il sostegno a Kyiv è a lungo termine: non è una gara di velocità, questa, ma “una maratona”, in cui gli alleati non sentono la fatica e non si disuniscono. I ministri americano, inglese, danese e olandese hanno annunciato che forniranno “con urgenza” le attrezzature necessarie alla difesa aerea ucraina: centinaia di missili a corto e medio raggio e i sistemi associati che servono a proteggere le infrastrutture di Kyiv  e a “garantire il successo delle operazioni di controffensiva nei prossimi mesi”, dice il comunicato di Londra. Gli attacchi aerei indiscriminati di Mosca non si fermano. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi