IL VERTICE

Meloni e Kishida aprono il G7 in una Hiroshima sempre più in lockdown

Il vertice con Joe Biden e la cosa che tutti vogliono: i semiconduttori

Giulia Pompili

Il bilaterale che ha anticipato il summit, che ufficialmente inizia domani, è stato quello tra il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, padrone di casa e presidente di turno del G7, e la presidente del Consiglio italiana

Tokyo, dalla nostra inviata. Il bilaterale che ha anticipato il summit di Hiroshima, che ufficialmente inizia domani, è stato quello tra il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, padrone di casa e presidente di turno del G7, e la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Più che una gentilezza diplomatica per l’unica donna leader che partecipa a questo G7, è stato un incontro-staffetta: il prossimo anno la presidenza di turno è italiana, e nel cerimoniale diplomatico il paese che riceve il testimone lavora a stretto contatto con quello ospitante.

La delegazione di Palazzo Chigi è arrivata al Rihga Hotel – la location ufficiale di tutti i bilaterali di questo vertice – attorno alle quattro del pomeriggio, proprio mentre l’Air Force One del presidente americano Joe Biden atterrava a Hiroshima. Kishida e Meloni hanno un rapporto particolarmente cordiale sin dal loro primo incontro a Roma, quando Italia e Giappone hanno elevato i rapporti al livello di “partenariato strategico”. E infatti Kishida ha ringraziato “Giorgia” di essere qui, nella sua città natale, e poi ha espresso solidarietà per le vittime dell’alluvione in Emilia-Romagna. “Siamo due potenze regionali e abbiamo delle responsabilità, ed è fondamentale che lavoriamo insieme per la sicurezza, e per la sicurezza economica”, ha detto Meloni a Kishida all’inizio del bilaterale.

I leader della coalizione occidentale sono arrivati quasi tutti oggi in una Hiroshima in lockdown di sicurezza e piovosa. Neanche un anno fa, l’8 luglio del 2022, l’ex primo ministro Shinzo Abe è stato ucciso durante un comizio nella città di Nara, da un attentatore che aveva usato un’arma artigianale. A metà aprile anche il primo ministro Kishida ha subìto un tentativo di attacco: mentre visitava la città di Wakayama, un uomo ha fatto rotolare verso di lui un tubo bomba, che poi è esploso e ha ferito due persone. Il trauma di due attentati contro esponenti politici ha traumatizzato il Giappone, che è considerato uno dei paesi più sicuri del mondo. Per questo G7 le misure di sicurezza sono state aumentate, tanto che alla fine della mattinata di oggi gli scaffali dei convenience store erano vuoti, e ai camion delle consegne è vietato circolare. La polizia circonda Hiroshima, e soprattutto la zona rossa – quella del parco della Pace, dove andranno i leader domenica prossima – e ovunque ci sono cartelli che avvertono i turisti: c’è il G7, ci scusiamo per il disagio, è tutto chiuso, compresa l’isola di Miyajima, una delle attrazioni principali del Giappone (è quella con il famoso torii, la porta dei templi shintoisti, in mezzo all’acqua).  

Dopo Meloni, il primo ministro giapponese Kishida ha incontrato il presidente americano Joe Biden, che per la questione del budget americano è stato costretto a cancellare le tappe successive del suo tour nell’Indo-Pacifico: quella in Australia, per un vertice dell’Aukus e dove un Potus non va da almeno dieci anni, e quella in Papua Nuova Guinea, dove sarebbe stato il primo presidente americano in carica in visita.  Incontrando Kishida, Biden ha detto che “quando i nostri paesi sono uniti, siamo più forti e credo che il mondo intero sia più sicuro”. Sull’Air Force One, parlando con i giornalisti, il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha detto che il G7 cercherà unità nel trattare la Repubblica popolare cinese – quasi facendo intendere che quell’unità c’è se parliamo di Mosca, meno se parliamo di Pechino: "Naturalmente, ogni paese ha le proprie relazioni e i propri approcci, ma queste relazioni e questi approcci sono costruiti su una base comune. E credo che questo si rifletterà nei risultati del G-7", ha detto Sullivan. Sullo sfondo, resta il nodo dell’Italia, che il prossimo anno potrebbe essere il primo presidente di turno del G7 contemporaneamente anche dentro alla Via della seta cinese, ma c’è anche la questione della Francia di Emmanuel Macron e le sue dichiarazioni su Taiwan come una “crisi regionale”.

Attorno alla Cina girerà il dibattito su diversi dei tavoli di lavoro ufficiali – domani è in programma anche quello sull’Ucraina. Al G7 quest’anno fa il suo debutto anche il problema dell’Intelligenza artificiale. Ma nelle conversazioni private, nei bilaterali come quelli tra Meloni e Kishida e anche informali, c’è un tema attorno a cui ruota gran parte del dibattito più politico e sofisticato: la resilienza della catena di approvvigionamento dei semiconduttori.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.