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le elezioni presidenziali

Erdoğan è davanti ma non basta. In Turchia si va verso il ballottaggio con Kılıçdaroğlu

Mariano Giustino

I risultati ancora parziali indicano che bisognerà tornare alle urne: nessuno dei candidati supera il 50 per cento. Il presidente spera ancora nei voti dall'estero per chiudere subito la partita, intanto la sua Alleanza popolare si assicura la maggioranza parlamentare

Erdoğan spera ancora di vincere le elezioni al primo turno. Con il 99,63 per cento delle schede scrutinate, il presidente turco ha ottenuto il 49,60 per cento dei voti, il suo sfidante repubblicano Kılıçdaroğlu il 44,9 per cento e il nazionalista Sinan Oğan il 5 per cento. A questi vanno aggiunti i voti dei cittadini turchi all’estero che non sarebbero ancora stati conteggiati e che potrebbero chiudere la sfida al primo turno. “Qualcuno è in cucina e noi siamo sul balcone”, così ha esordito Erdoğan nel suo ennesimo “discorso dal balcone” pronunciato questa notte alla folla che lo acclamava nel cortile della sede centrale del suo Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) ad Ankara, alludendo al candidato presidenziale dell’opposizione Kemal Kılıçdaroğlu che durante questa campagna elettorale ha lanciato video dalla cucina della sua casa.

 

“Abbiamo superato con 2,6 milioni il nostro concorrente più vicino”, ha gridato il leader turco. “Credo che finiremo al primo turno con i voti provenienti dall'estero”. Secondo la legge elettorale turca, se nessuno dei candidati ottiene il 50 per cento più uno dei voti, il presidente viene determinato in un secondo turno che si terrebbe il 28 maggio prossimo. 64 milioni di turchi hanno votato per determinare il loro futuro presidente e i 600 membri della Grande assemblea nazionale, elezioni queste considerate la più grande sfida del presidente Recep Tayyip Erdoğan nei suoi 21 anni di governo. I risultati ancora parziali delle elezioni presidenziali indicano che vi sarà un ballottaggio e che la sua Alleanza popolare del presidente turco si è assicurata la maggioranza parlamentare. L'affluenza alle urne è di circa il 39;86 per cento, percentuale questa, la più alta dalle elezioni del 1987. Erdoğan ha ricevuto più voti di Kılıçdaroğlu in 51 province. Kılıçdaroğlu lo ha superato solo in 30 province, 13 delle quali sono feudi del filocurdo HDP/YSP. L'alleanza al potere ha ottenuto la maggioranza parlamentare.

 

Secondo i risultati preliminari dell'agenzia statale Anadolu, ancora contestati dall’opposizione, con il 99 per cento delle schede scrutinate, l’AKP ha ottenuto il 35,4 per cento di consensi, il CHP, il 25,3, il MHP, il 10, l’İYİ Parti, il 9 e il YSP, l’8,77. Con questi risultati, l'Alleanza popolare, di governo, avrebbe preso 322 seggi e ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento, mentre l'Alleanza nazione, costituita da sei partiti di opposizione ha ottenuto 212 seggi. L'alleanza tra il filocurdo HDP/YSP e il Partito laburista turco (TİP) ottiene 66 seggi.

Le altre due alleanze in lizza hanno ricevuto circa il 2,5 per cento dei voti ma non hanno ottenuto seggi. Il leader turco Recep Tayyip Erdoğan e il suo rivale Kemal Kılıçdaroğlu sono ancora bloccati in una serrata battaglia per la presidenza. Al momento il conteggio dei voti suggerisce l’elevata probabilità che il presidente sarà scelto un secondo turno e ciò sarebbe un fatto senza precedenti. Sia Erdoğan che Kılıçdaroğlu affermano di essere in vantaggio nella corsa alle presideziali. Sin dal diffusione dei primi dati da parte dell’Agenzia di stampa statale Anadalu, che vi sono state contestazini da parte dei del del Chp e per tutta la notte abbiamo assistito ad un scambio di accuse dure tra i due contendenti. L'agenzia Anadolu sembra avere un suo algoritmo che assegna alte percentuali a Erdoğan, per poi uniformarsi ai dati reali. I primi dati infatti davano a Erdogan circa il 60 per cento dei consensi. Ciò era avvenuto anche in precendenti elezioni, anche nelle elezioni locali del 2019

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