da Napoleone a oggi

Cosa farà Putin il 9 maggio dopo i droni? Suggerimenti dal suo sodale Patrushev

Il Cremlino è pronto per la parata della vittoria, ma quest'anno forse non ha molta voglia

Micol Flammini

Il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo rilascia un'intervista in cui dice che la Nato segue il piano di Hitler contro la Russia e fa una profezia su Yellowstone e sulla Siberia. Il futuro di Mosca, tra l'apocalisse e la lagna

Qualche ora prima che due droni volassero in direzione del Cremlino e venissero abbattuti a poca distanza dalla cupola del Senato, più di venti città russe,  o illegalmente annesse a Mosca, cancellavano la parata del 9 maggio, dedicata alla vittoria dell’Unione sovietica contro la Germania nazista. E’ una data importante per Vladimir Putin e già lo scorso anno l’evento aveva dimostrato qualche elemento di fragilità rispetto al passato: meno mezzi militari, soprattutto in cielo, meno ospiti, quest’anno ci sarà soltanto il presidente del Kirghizistan, meno città vestite a festa. Quest’anno, per motivi che la Russia ha legato al terrorismo, a Mosca saranno cancellati alcuni eventi, ma le bandiere tricolore, gli spalti, le scritte 9 maggio sono pronte.  Si vede bene anche nei video che mostrano l’arrivo dei droni, il Cremlino è già pronto per la festa, ma forse quest’anno non ha tanta  voglia. 

 

Lo scorso 9 maggio  Putin aveva dedicato il suo discorso ai russi, la Z, lettera simbolo dell’invasione contro l’Ucraina, non era comparsa nella Piazza Rossa. Quest’anno dovrà decidere su cosa puntare e la paura, il fantasma del terrorismo invocato dal presidente dal suo primo mandato, potrebbe essere una nuova soluzione. Il presidente,  per motivi di sicurezza, si mostra poco in pubblico e stare nel bel mezzo della piazza potrebbe creargli non poche preoccupazioni. Poi ci sarà il discorso da fare e dovrà scegliere se minacciare l’occidente o autocommiserarsi e commiserare il popolo russo per essere la vittima eterna degli Stati Uniti e dei loro vassalli, cioè noi.  Dovrà scegliere tra l’apocalisse e la lagna, le due sponde tra le quali le autorità russe hanno imparato a barcamenarsi. 

 

Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale – secondo il canale telegram General Svr, che si diletta in pettegolezzi sul Cremlino veri o presunti, i due droni sarebbero una sua idea  – ha rilasciato un’intervista al quotidiano del ministero della Difesa, Izvestija, e incomincia proprio parlando del 9 maggio. La guerra contro l’Ucraina è stata preceduta da un saggio in cui Putin ripercorreva la storia delle relazioni tra Mosca e Kyiv e spiegava perché la seconda aveva il diritto di esistere soltanto come parte della prima. La storia è tra i chiodi fissi del putinismo e anche Patrushev parte dalla Seconda guerra mondiale e dal 9 maggio  per dire che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non hanno mai accettato che il conflitto contro i nazisti sia  terminato grazie al Cremlino e ora usano l’Ucraina per vendicarsi. “Vogliono privare la Russia del suo status di potenza vittoriosa – dice Patrushev a Izvestija – e dell’appartenenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, vogliono riscrivere la storia e vogliono che l’eroico atto del popolo sovietico venga dimenticato”. Il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione è uno dei pochi che rilascia interviste, parla spesso e molto con Putin, è della cerchia di San Pietroburgo, i suoi pensieri sono quelli del presidente: finora vanno all’unisono. Patrushev dice che gli Stati Uniti stanno facendo una guerra fino all’ultimo ucraino, come se fosse stata Washington e non Mosca ad attaccare Kyiv: “Per risolvere i problemi geopolitici di oggi, gli anglosassoni fanno rivivere volentieri l’ideologia neonazista”. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna corrompono e sono riusciti ad asservire anche gli europei, che hanno accettato di trasformare l’Europa in una base americana: in realtà Patrushev usa il termine occupazione. Il funzionario cita il geografo Halford Mackinder che formulò la   teoria della terra di mezzo che l’occidente deve controllare per  dominare il mondo,  e guarda caso si trova propria dove si estende la Russia. Non potendo battere Mosca, dice Patrushev, l’occidente la isola “con l’aiuto del   cordone sanitario dei piccoli paesi dell’Europa orientale”. 

 

Il Cremlino, nella sua storia, era stato colpito soltanto una volta e dal personaggio che ha tormentato di più la storia e anche la letteratura russa, Napoleone. L’intervista è stata rilasciata prima della notizie dei due droni, ma Patrushev sventola una teoria suggestiva: “L’espansione della Nato verso est sta procedendo sulla stessa linea di Napoleone, del Kaiser Guglielmo e  di Hitler… L’Alleanza ha modernizzato l’infrastruttura militare vicino ai nostri confini”. Il segretario del Consiglio di sicurezza se la prende anche con George Soros, dicendo che durante la Seconda guerra mondiale si è venduto ai nazisti, parla del Cremlino e del potere russo come di un’entità gentile: “Gli oppositori della Russia abusano della nostra generosità”. Il popolo russo è perseguitato per la sua disposizione a dialogare e per questo  viene colpito: forse Putin rispolvererà questo argomento il 9 maggio. 

 

La Russia vincerà, dice Patrushev. E tra i motivi ce ne adduce  uno inaspettato: l’eruzione del vulcano di Yellowstone. A quel punto ci sarà un solo posto in cui rifugiarsi: la Siberia. Apocalisse, lagna, fantasia. 
 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)