Caos repubblicano

Murdoch riprende il controllo di Fox News correndo il “rischio Carlson”

Paola Peduzzi

Con la dipartita del popolarissimo anchorman il tycoon dice: ora si torna a fare a modo mio. Cosa significa per il Gop lo scontro dentro l'emittente televisiva

A Tucker Carlson non è stato concesso il saluto finale al suo (enorme) pubblico televisivo e questo è l’indizio più evidente del fatto che Fox News lo abbia licenziato in modo spiccio (anche se si dice che prenderà i soldi stabiliti dal suo contratto, rinnovato nel 2021: il popolarissimo anchorman guadagna, scrive il Wall Street Journal, 20 milioni di dollari l’anno). La decisione di cancellare la trasmissione è stata presa venerdì sera da Lachlan Murdoch e Suzanne Scott (ceo dell’azienda, maltrattata e derisa dai conduttori-star: starà brindando sul fiume) ed è stata comunicata a Carlson poco prima che diventasse pubblica: Rupert Murdoch, novantaduenne padrone di Fox News, era d’accordo, anche se non si sa se l’idea fosse sua né le sue motivazioni. Ben Smith, uno dei più informati conoscitori del mondo mediatico americano oggi alla guida del nuovo giornale online Semafor, dice: “Al di là delle ragioni, il risultato per il Partito repubblicano è chiaro: dopo un lungo interregno che iniziò con la fuoriuscita nel 2016 di Roger Ailes (per uno scandalo sessuale), i Murdoch tornano a controllare la più importante istituzione del Gop”.

 

Carlson non era interessato al partito, ma ad alimentare la rabbia anti sistema degli ascoltatori e a indirizzarla contro chiunque si mettesse in mezzo, repubblicani compresi. La sua insubordinazione è nota e nei documenti per il processo intentato dalla società di macchine per il voto Dominion contro Fox News è diventata esplicita: Carlson non solo non credeva alle teorie complottiste-trumpiane di cui era il principale megafono, ma parlava male anche di buona parte del management della sua azienda e dei politici repubblicani. Con la sua dipartita, Murdoch dice: ora si torna a fare a modo mio. Anche se non è chiaro quale sia questo modo – alcuni dicono sicuri: sostenere il governatore della Florida, Ron DeSantis – perché negli ultimi tempi il tycoon è apparso strategicamente confuso: a ottobre aveva annunciato la fusione tra News Corp e Fox Corp, a gennaio ha ritirato la proposta; a novembre ha sostituito il direttore del Wall Street Journal e alla fine di quel mese il direttore dell’Australian si è dimesso all’improvviso.

 

Ad aprile ha detto di voler testimoniare al processo Dominion e poi ha assunto un negoziatore per il patteggiamento più rapido della storia, e molto oneroso: 787 milioni di dollari; a marzo ha annunciato di voler sposare Ann Lesley Smith e quindici giorni dopo ha annullato il fidanzamento. Poiché la saga murdocchiana si intreccia con l’ultima stagione di “Succession” sulla successione del tycoon Logan Roy, viene da fantasticare su ogni genere di intrigo tra figli, ex mogli, manager e conduttori. Ma per il momento Murdoch ha deciso di correre un grande rischio – Carlson può ricominciare altrove e portarsi via il suo pubblico – contando sul fatto che le celebri fuoriuscite del passato hanno fatto più male ai fuoriusciti che a Fox News. Nel calcolo c’è anche la riapertura del dialogo con l’establishment repubblicano: quel che ne resta.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi