Foto di Omar Sanadiki, AP Photo, via LaPresse 

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Missili su Pesach: così la tenaglia del terrore si stringe attorno a Israele

Giulio Meotti

Mentre gli ebrei partecipavano al Seder pasquale per celebrare la libertà, la pace e la resilienza, decine di migliaia di loro dovevano entrare nei rifugi antimissile. Gli attacchi da nord a sud al Giordano

Mentre gli ebrei di tutto Israele (e nel mondo) partecipavano al Seder pasquale per celebrare la libertà, la pace e la resilienza, dal nord al sud del paese decine di migliaia di loro dovevano entrare nei rifugi antimissile. “La reazione di Israele, stasera e in futuro, esigerà un prezzo significativo dai nostri nemici”, ha detto Benjamin Netanyahu. “Oggi Israele è in conflitto su quattro arene contemporaneamente – ha detto il leader dell’opposizione Yair Lapid – Al confine settentrionale, al confine con  Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”. Al terrorismo che ha insanguinato Israele negli ultimi due mesi nella peggior ondata jihadista dalla fine della Seconda Intifada si sono aggiunti anche i lanci di missili dai confini del paese. 

In uno dei più grandi attacchi dalla guerra del 2006, dal Libano giovedì sono partiti trenta missili in pochi minuti, contro le comunità dell’alta Galilea, mentre il sistema missilistico Iron Dome entrava in funzione dal piccolissimo e assediatissimo kibbutz Snir, assiepato di fronte al confine libanese (i sistemi antimissili israeliani sono una tale rivoluzione militare che la Finlandia ha annunciato di aver acquistato da Gerusalemme “la fionda di Davide”). I jet israeliani hanno risposto alla periferia di un campo profughi palestinese vicino alla città di Tiro, nel sud del Libano. 

Il governo Netanyahu aveva invano sperato in una Pasqua tranquilla. Ma l’attacco su più fronti risulta essere il risultato di una pianificazione avanzata. Dopo il Libano, infatti, una cinquantina di missili venivano subito dopo lanciati anche da Gaza. 

La pianificazione dell’ultima campagna di terrore sembra derivare, come rivelano fonti militari e di intelligence ai giornali israeliani, dall’aeroporto siriano di al Daaba. Situato nella regione di al Qusayr governata da Hezbollah a ovest di Damasco, è lì che le Guardie rivoluzionarie iraniane e Hezbollah hanno istituito un  quartier generale per le operazioni terroristiche contro Israele. Il 13 marzo, un libanese è entrato in Israele attraverso il confine settentrionale e ha piazzato una bomba sul ciglio della strada nel trafficato incrocio di Megiddo. È esplosa contro un’auto di passaggio, ferendo l’autista. Nella settimana che ha preceduto la Pasqua ebraica, l’aviazione israeliana ha condotto quattro raid sulla Siria, uno dei quali ha preso di mira il nuovo sito iraniano di al Daaba.

Giovedì notte, una madre di una bambina di nove mesi la cui casa è stata colpita da un razzo a Sderot durante la notte ha detto ai giornalisti che intende allontanarsi dalla città a causa dei bombardamenti dall’enclave governata da Hamas. “Per noi significa lasciare Sderot adesso, non voglio crescere mia figlia in una situazione che distrugge la sua salute mentale già a nove mesi”, ha detto Sherry Vazana al sito di notizie Ynet. 

Ma nei giorni scorsi il gabinetto israeliano ha approvato la creazione di una nuova città vicino al confine con la Striscia di Gaza, gettando le basi per cinquecento nuove famiglie nell’area. La nuova città, chiamata “Hanun”, sorgerà a sud di Sderot. Anche questo è Israele. Intanto, al kibbutz Nir Yitzhak, a un paio di chilometri dal confine con Gaza, i tavoli nella sala da pranzo comunitaria erano stati apparecchiati per centinaia di commensali e il programma di spettacoli e canti è andato avanti mentre le sirene chiamavano ai rifugi. Oggi, due donne israeliane sono state assassinate a Hamra, una comunità ebraica nella Valle del Giordano, mentre i palestinesi si scontravano con le forze di polizia israeliane nel primo giorno di Pasqua ebraica a Gerusalemme. La tenaglia del terrore si stringe sullo stato ebraico.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.