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L'America punta sulla protezione del Pacifico dalla minaccia cinese. E l'Europa?

Giulia Pompili

Joe Biden guida l’alleanza democratica che vuole tenere al sicuro il Pacifico. Quanto è più forte Aukus

Per la prima volta in sessantacinque anni, e per la seconda volta nella storia, l’America condividerà i suoi segreti sulla propulsione nucleare con un altro paese. L’altro ieri dalla base navale di San Diego, in California, è stata celebrata la nascita concreta e operativa di Aukus, la partnership tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito annunciata diciotto mesi fa che provocò una crisi diplomatica tra Canberra e Parigi – la Francia era stata fatta fuori all’improvviso dalla fornitura all’Australia di alcuni sottomarini, non equipaggiati con tecnologia nucleare. “E’ un nome insolito, Aukus, ma è un’entità potente”, ha detto Biden durante la conferenza stampa con il primo ministro inglese Rishi Sunak e quello australiano Anthony Albanese organizzata davanti all’oceano. Secondo diversi analisti è il più grande accordo di Difesa sin dai tempi della Guerra fredda, multimilionario: l’Australia acquisterà dall’America almeno tre sottomarini d’attacco della classe Virginia e il Regno Unito fornirà quello che è stato già battezzato l’Ssn-Aukus, una versione aggiornata del sottomarino inglese Astute.

  

“Con la creazione di questo nuovo partenariato, stiamo dimostrando ancora una volta che le democrazie possano garantire la nostra sicurezza e la nostra prosperità: non solo per noi, ma per il mondo intero”, ha detto Biden.

 

La sicurezza è soprattutto quella dell’Indo-Pacifico, la regione che ha visto crescere esponenzialmente negli ultimi anni l’assertività – e la potenziale aggressività – della Repubblica popolare cinese. E ieri da Pechino è arrivata la risposta. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha detto che “i tre paesi  si stanno incamminando sempre più sulla strada dell’errore e del pericolo”.

  

La parola chiave qui “è trasparenza”, ha detto ieri durante un briefing con i giornalisti europei Mark Lambert, viceassistente del segretario di stato americano per le questioni dell’Asia orientale. Tutto l’accordo Aukus è stato fatto secondo le regole della trasparenza, e “i funzionari americani hanno esposto i progetti agli omologhi cinesi in due briefing, a Washington e a Pechino. Non è un segreto che le nostre relazioni con la Cina siano lontane, ma dobbiamo parlarci regolarmente e proprio in virtù della trasparenza abbiamo messo a disposizione tutte le informazioni”. Il riferimento è all’accusa da parte di Pechino di una corsa alle armi nucleari – secondo l’accordo Aukus, i sottomarini australiani saranno a propulsione nucleare ma non saranno equipaggiati con armi nucleari.

     

A una domanda del Foglio sul coinvolgimento dei partner dell’Unione europea nel contributo alla stabilità della regione dell’Indo-Pacifico, Lambert ha detto di aspettarsi “sempre più diplomatici americani che si occupano di Asia viaggiare a Bruxelles”. Esistono già dialoghi regolari per coordinare le politiche, “condividiamo informazioni cruciali con i partner europei”, e il dipartimento di stato si aspetta che questa cooperazione aumenti. Come nel caso della politica Blue Pacific coordinata in partnership con l’Unione europea, per ingaggiare un dialogo costruttivo con i governi delle isole del Pacifico, corteggiati a lungo da Pechino.

   

Se Francia e Germania sono già molto attive nella loro strategia vicina ad Aukus, è l’Italia quella considerata ancora molto timida. L’annuncio di Biden, Sunak e Albanese arriva qualche giorno prima del viaggio del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, a Tokyo, per la prima riunione del programma Global Combat Air Programme con Regno Unito e Giappone.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.