(foto EPA)

editoriali

Lula chiede fondi per l'Amazzonia, ma taglia più alberi di Bolsonaro

Redazione

Nonostante sia riuscito a ricevere ingenti finanziamenti per la salvaguardia ambientale, il presidente brasiliano sta disboscando più del suo predecessore

Sono arrivati in contemporanea il 27 febbraio, in Brasile: John Kerry, inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, a Brasilia, per perfezionare le intese di massima raggiunte durante l’incontro di Lula con il  presidente degli Stati Uniti Joe Biden lo scorso 10 febbraio; e le due navi da guerra iraniane Iris Makran e Iris Dena, nel porto di Rio de Janeiro, sotto sanzioni del Tesoro americano, che, a quanto pare, erano rimaste nascoste per un mese, dal momento che la Gazzetta Ufficiale aveva informato dell’autorizzazione al loro attracco già il 13 gennaio, ed erano attese per il 23.  La nuova autorizzazione è dal 26 febbraio al 4 marzo. Si è speculato sulla possibilità che fossero rimaste occultate apposta per evitare imbarazzi al momento del viaggio di Lula a Washington, che però c’era già stato. Ma si è anche osservato che il 16 gennaio su Rio de Janeiro era volato il WC-135R Constant Phoenix della United States Air Force, in una missione di valutazione della qualità dell’atmosfera. Il tutto, comunque, dà l’idea dell’equilibrismo di Lula.

 

Da una parte, in campo internazionale si compiace di un gioco a tutto campo in cui rientra non solo la visita della Marina della Repubblica islamica ma anche il viaggio che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dovrebbe fare ad aprile, secondo quanto è stato reso noto dopo l’incontro tra lo stesso Lavrov e il collega brasiliano Mauro Vieira in India. Dall’altra, punta fortemente la sua immagine mondiale su un suo preteso ruolo di salvatore dell’Amazzonia dopo i disastri di Bolsonaro, per il quale cerca anche di ottenere ingenti finanziamenti dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e da Biden e Kerry. Salvo che nella realtà, secondo rilevazioni satellitari, nei primi 17 giorni di febbraio sono stati distrutti nell’Amazzonia brasiliana 209 chilometri quadrati  di foresta. Sono dati ufficiali dell’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais, l’Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali (Inpe). Ed è un record che batte il peggio di Bolsonaro. 

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