Rasmus Paludan brucia una copia del Corano (Ansa) 

editoriali

L'ombra russa dietro il rogo del Corano in Svezia

Redazione

Erdogan ha trovato il pretesto di rimandare ancora il voto di ratifica dell’adesione del paese scandinavo alla Nato. E avanza nuove richieste. Ma chi ha organizzato la protesta davanti all’ambasciata turca a Stoccolma?

Indagando sulla protesta in Svezia in cui è stato bruciato un Corano e che ha dato un pretesto al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di rimandare ulteriormente il suo voto di ratifica dell’adesione della Svezia alla Nato, s’è scoperta, senza troppo stupore, un’interferenza russa. La protesta è stata guidata da Rasmus Paludan, un politico danese di estrema destra che non è nuovo a questo genere di operazioni ma che ha detto che l’idea era “di alcuni svedesi che volevano che io bruciassi un Corano di fronte all’ambasciata turca”. Secondo alcuni media svedesi, il permesso per fare la protesta è stato richiesto da Chang Frick, un giornalista sostenitore di Vladimir Putin che ha lavorato per Russia Today e ha creato un suo sito di informazione “alternativa”, che si chiama Nyheter Idag. Il nome di Frick compare in un’inchiesta del New York Times del 2019 che spiegava le interferenze della Russia nella politica e nella società svedese, tra provocazioni e sostegno ai media di estrema destra che hanno contributo a polarizzare il dibattito (anche) in Svezia.

 

Frick ha detto di essere stato contattato da un sito svedese, Exakt24, che gli ha detto che un politico danese voleva organizzare una protesta ma che aveva bisogno che qualcuno facesse la richiesta e pagasse la tariffa prevista: Frick ha detto di averlo fatto in nome della libertà di espressione. Alcuni giornalisti hanno verificato con Exakt24 che però ha fornito una versione diversa: sono stati contattati da Frick che stava cercando qualcuno che bruciasse un Corano davanti all’ambasciata turca e che avrebbe pagato lui tutte le spese. Exakt24 ha detto: chiamate Paludan. Frick ha poi detto a un altro media svedese di non avere più rapporti con Russia Today dal 2014.  Un “giornalista indipendente” finlandese che sostiene la Russia, Panu Huuhtanen, dice che potrebbe ora ripetere la protesta e il rogo in Finlandia: così Erdogan ha un altro pretesto per bloccare l’allargamento della Nato, come vuole Mosca.

Di più su questi argomenti: