Charles Michel al vertice Ue-Cina in videoconferenza da Bruxelles (LaPresse)

Il silenzio dell'Ue sulle proteste cinesi nasconde le illusioni su Xi

David Carretta

Nessuna critica esplicita alle draconiane misure di test e lockdown di massa imposte dal regime cinese da quasi tre anni: Bruxelles è impegnata in un complicato esercizio diplomatico per cercare di allontanare Xi Jinping da Putin. Il rischio per Michel è di sottovalutare le reali intenzioni di Pechino

Bruxelles. L’Unione europea ieri ha rifiutato di commentare le proteste contro la politica “Zero Covid” in Cina e gli arresti compiuti dalle autorità di sicurezza contro i manifestanti pacifici. “Stiamo seguendo da vicino le diffuse proteste in molte città cinesi contro la stringente politica zero Covid”, si è limitata a dire al Foglio Nabila Massrali, la portavoce del Servizio europeo di azione esterna guidato da Josep Borrell. Il portavoce del governo di Olaf Scholz, Steffen Hebestreit, si è spinto appena oltre, suggerendo educatamente a Pechino di comprare vaccini occidentali. “Forse dopo tre anni di pandemia, possiamo che l'Europa e la Germania hanno avuto un'esperienza molto buona somministrando vaccini mRna”, ha spiegato il portavoce del cancelliere tedesco. Nessuna critica esplicita alle draconiane misure di test e lockdown di massa imposte dal regime cinese da quasi tre anni. Nessun avvertimento sul rispetto del diritto di manifestare dei cittadini cinesi. L’Ue è impegnata in un complicato esercizio diplomatico per cercare di allontanare Xi Jinping da Vladimir Putin. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, giovedì sarà a Pechino per un faccia a faccia con il presidente cinese. Non è questo il momento di imbarazzare Xi con critiche al “Zero Covid”.

  

Il viaggio di Michel a Pechino, il secondo di un leader europeo dopo quello di Scholz da quando Xi è stato confermato leader assoluto dal ventesimo Congresso del Partito comunista cinese, è stato pianificato prima che scoppiassero le manifestazioni. Il principale obiettivo è assicurarsi che la Cina non aiuti la Russia nel suo sforzo bellico contro l’Ucraina e nell’aggirare le sanzioni occidentali. “È nostro interesse fondamentale che Cina e Russia non siano l’una al fianco dell’altra”, spiega al Foglio una fonte dell’Ue. L’auspicio di Michel è che Xi eserciti pressioni su Putin per porre fine al conflitto. “Se c’è un paese che ha influenza sulla Russia è la Cina”, spiega la fonte dell’Ue. Dopo due anni di crescenti tensioni, la mano tesa dell’Ue si estende al cambiamento climatico, alla ristrutturazione del debito dei paesi poveri, alla sicurezza energetica e alimentare. Michel vuole “aprire la strada a un dialogo regolare con la Cina su come modellare il mondo del futuro” con “l’Onu al centro del sistema multilaterale”, dice la fonte dell’Ue. Lo stesso dovrebbe valere per i rapporti economici. L’Europa vuole ridurre le dipendenze e avere un migliore accesso al mercato cinese. “Le regole sono la base del nostro ordine internazionale su cui la Cina ha prosperato”, dice la fonte dell’Ue.

   

Michel, come gran parte dei leader europei, affronta Xi come un interlocutore occidentale razionale, le cui decisioni si fondano sull’analisi dei costi-benefici per i suoi cittadini e il suo paese. Sulla base della logica europea, alla Cina non conviene la guerra della Russia in Ucraina perché destabilizza il sistema internazionale e impoverisce uno dei suoi principali clienti. Alla Cina non conviene la deglobalizzazione, perché il primo a rimetterci sarebbe la fabbrica del mondo. Alla Cina non conviene invadere Taiwan, perché subirebbe le sanzioni occidentali e rischierebbe un intervento degli Stati Uniti. Ma proprio la politica “zero Covid” mostra a Michel e agli altri leader europei quanto i calcoli e le decisioni di Xi non siano basati sulla razionalità, bensì sull’ideologia e l’infallibilità del leader. “Zero Covid” deve dimostrare la superiorità culturale della Cina sulla decadenza occidentale. Allentare i lockdown – per salvare un po’ di pil o far scendere la pressione dei manifestanti – sarebbe come riconoscere l’errore di Xi e la correttezza della scelta occidentale di convivere con il virus. Comprare vaccini mRna significherebbe riconoscere l’inferiorità scientifica e tecnologica della Cina. Il rischio per Michel è di sottovalutare le reali intenzioni di Xi sulla Russia, Taiwan o la sfida per la supremazia tecnologica. L’amicizia senza limiti con Putin firmata da Xi in febbraio potrebbe rivelarsi l’equivalente dello “Zero Covid” sulla scena globale.

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