Tutto quello che c'è da sapere sul 20° Congresso del Partito comunista cinese

Giulia Pompili

Una mappa per orientarsi tra i successi e fallimenti della Cina di Xi Jinping

 Il Congresso del Partito comunista cinese che inizia domenica funziona così: si svolge ogni cinque anni, dura una settimana, e a partecipare sono convocati circa 2.300 selezionatissimi membri del Partito – i delegati – che rappresentano gli oltre 95 milioni di iscritti (avete letto bene, 95 milioni).

 

Come in una setta dalla struttura piramidale, tra loro ci sono i circa quattrocento membri del Comitato centrale d’élite del Partito, che a sua volta comprende i venticinque membri del Politburo, e il suo Comitato permanente, cioè l’organo decisionale più potente della leadership cinese, composto da cinque a nove uomini e guidato dal segretario generale.

 

Quando si chiuderanno le porte della Grande sala del Popolo, il palazzo sul lato ovest di piazza Tiananmen a Pechino, tutto quello che deciderà questo manipolo di rappresentanti cambierà per i prossimi cinque anni la politica della seconda potenza mondiale e del paese più popoloso del mondo.

 

Il leader sempre più autoritario e isolato, Xi Jinping, con tutta probabilità otterrà un terzo, inedito mandato. Abbiamo cercato di mettere insieme tutte le cose per cui la sua leadership si è caratterizzata negli ultimi dieci anni, i suoi fallimenti e i suoi successi.

 

Prima di tutto l'ombra della guerra di Putin che è già calata sul 20° Congresso del Partito comunista cinese. Il rapporto tra Xi Jinping e Vladimir Putin e i rischi che corre la Cina a legarsi al Cremlino. Qui l'articolo.

 

Poi la strategia Zero Covid, che un po’ come l’amicizia con la Russia di Putin in chiave anti occidentale, è una delle politiche più identificative del leader Xi Jinping. Sin dall’inizio dell’epidemia ha imposto l’eliminazione completa del virus dai confini nazionali con misure draconiane che però stanno massacrando non solo la salute mentale dei cittadini ma pure l'economia. Qui l'articolo

 

C'è poi il tema della Via della Seta, che è stata per lungo tempo lo slogan usato più frequentemente, l’ombrello col quale caratterizzare ogni iniziativa cinese all’estero, dal business alla diplomazia. Ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato, la Cina si sta richiudendo su sé stessa e il grande progetto strategico d’influenza cinese è sparito dai documenti ufficiali. Qui l'articolo

 

Quello che di sicuro ha fatto Xi Jinping in questi dieci anni è stato avocare su di sé gran parte del potere - anche militare - della Repubblica popolare cinese. E' sua la trasformazione delle Forze armate in una potenza internazionale che ora fa paura a molti. Qui l'articolo

 

Ma chi sono i nomi e i volti che bisogna tenere d'occhio nel corso del Congresso della prossima settimana? Ne sappiamo pochissimo, ma i vertici più importanti da nominare saranno i nuovi membri del Politburo e il premier. In questo articolo abbiamo fatto un po' di ipotesi su come sarà la piramide di Xi.  

 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.