scappare da mosca

La grande fuga dei giovani russi che non vogliono essere carne da macello di Putin

Giulia Pompili

Dopo la mobilitazione annunciata dal Cremlino, chi non vuole finire al fronte cerca di lasciare la Russia. Ma non è semplice: le destinazioni sono poche perché molti paesi chiedono il visto o limitano l'accesso ai russi, i prezzi dei biglietti aumentano e i voli scarseggiano

Se sei un cittadino russo e non vuoi finire al fronte, da ieri la tua vita è diventata un incubo. La mobilitazione parziale annunciata dal presidente Vladimir Putin per il momento riguarda “soltanto” 300mila riservisti ma potrebbe arrivare facilmente al milione di persone (il corpo dei riservisti a disposizione di Mosca è di 25 milioni di persone). Sono già iniziate ad arrivare le lettere e le telefonate di convocazione, secondo quote preordinate dal ministero della Difesa nelle diverse regioni della Russia  – si dice che l’area di Mosca, per esempio, sarà quella che avrà la minor quota richiamata alle armi, perché è lì che le autorità dovranno affrontare la maggiore resistenza, e già oggi sono iniziate a circolare online le lettere di convocazione destinate ai medici moscoviti (un altro effetto collaterale di una guerra d’invasione: hai bisogno di medici, e quindi li togli dal loro lavoro quotidiano, con ospedali e ambulatori che diminuiscono le attività). Il decreto firmato da Putin è, forse volutamente, molto vago: oggi un avvocato militare contattato dal sito Meduza spiegava che non si può essere sicuri che ci si limiterà davvero ai riservisti, e chiunque abbia fatto il servizio di leva, chiunque lavori o studi nell’ambito della Difesa a questo punto può essere potenzialmente richiamato. 


Sui siti d’informazione e su Telegram, ovunque online ci sono vademecum, consigli, spiegazioni offerte ai giovani russi. E’ la grande differenza tra un paese aggredito e uno aggressore: il primo, l’Ucraina, il giorno dell’inizio dell’invasione ha dichiarato la legge marziale e non ha avuto bisogno di convincere molti volontari, anzi. 


Il paese aggressore da sette mesi pompa sulla propaganda e l’ideologia, ma adesso si tratta di prendere il fucile in mano, di stravolgere la propria vita per “denazificare” un altro paese, di trasformarsi nella carne da macello di Putin


Novaya Gazeta ha spiegato che nella storia moderna non è stata mai annunciata una mobilitazione simile, quindi c’è molta incertezza tra i russi. Per esempio, se non ti presenti alla stazione di reclutamento dopo aver ricevuto la convocazione sei un disertore, perseguibile penalmente, ma nessuno sa esattamente cosa succede se non apri al funzionario che viene a consegnarti la lettera o se non rispondi al telefono. Chi può permetterselo scappa all’estero. Il Cremlino non ha ancora chiuso le frontiere per chi potrebbe essere potenzialmente reclutato, ma è una misura che potrebbe arrivare presto. Per questo i voli diretti da Mosca verso la Turchia o l’Armenia – destinazioni che per i cittadini russi non necessitano di visto – sono al completo fino a domenica. Il sito di Emirates dice che “non sono disponibili posti a sedere per le date richieste” se si cerca un qualunque volo da qui a una settimana verso l’Italia. E l’altissima domanda sta aumentando anche i prezzi: per Dubai i prezzi si aggirano attorno ai 5 mila euro. Ma non c’è soltanto l’investimento economico: chi scappa dalla Russia deve trovare una destinazione in fretta, e a lungo termine. E non tutti i paesi sono disposti ad accogliere i russi che fuggono dal richiamo alle armi. Non solo alcuni (per esempio dell’Ue) hanno chiuso ai russi, ma c’è anche la difficoltà legale di ottenere la residenza a lungo termine altrove.

 

Meduza ha compilato una lista di paesi dove è più facile arrivare per i russi: se non si possiede il passaporto, i migliori sono Armenia (si può stare fino a 180 giorni) Kirghizistan e Kazakistan (più di un mese  e addirittura sei mesi con la registrazione) e infine la Bielorussia, dove si può andare “ma bisogna essere consapevoli dei rischi associati alla permanenza in questo paese”, il luogo dove la Russia sta andando ad addestrare parte delle sue nuove riserve. Con passaporto ma senza visto si può andare dal Messico all’Egitto, dal Cile al Sudafrica, dal Qatar alla Thailandia fino alla Moldavia, per un numero stabilito di giorni, e sempre che, come la Georgia, non si venga respinti alla frontiera. 
 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.